Sono al limite. Ho fatto sogni di fantasmi del passato recente, si muovevano rapidamente, nascondendosi e mostrandosi in simboli, celando dietro di loro, in ogni mossa, perfettamente simbiotici nei movimenti, fantasmi dimenticati del passato remoto, la cui vista avrebbe chiaramente svelato l'arcano con lancinante chiarezza. Oggi non ho voglia di scrivere bene, di essere equilibrato, rispettoso, ponderato, oggi sarebbe una maschera. Chi vuole poesia, belle riflessioni e parole ponderate vada altrove, o forse in altri momenti di questo mio discorrere da mesi. Non scrivo per nessuno se non per me, oggi leggo io. Interpreto i miei sogni, vedo i fantasmi. Simboli in persone, persone in sensazioni, sensazioni in immagini non corrispondenti al mondo della veglia e perfettamente accettate nell'opera del messaggio, sogno stesso. Case conosciute per donarmi la cornice di protezione in contrasto col contenuto, luoghi sconosciuti per donarmi la sensazione del pericolo in contrasto con il controllo mantenuto. Parole e persone, situazioni mescolate con minuziosa precisione dall'inconscio che seziona, cucina e ripropone. Mi vien detto di vivere con leggerezza, di lasciar perdere tutta questa introspettività. Chi lo dice ha ragione, la sua bravura sta nel dirmi cose che so già. Eppure oggi supero la rabbia comune e mi trovo a sbattere contro gli armadi e i muri, crollare a terra e rialzarmi, come strizzato e scaraventato da una mano immensa, quella di un io che non ne può più di me. Urlo convulsivo che non è nemmeno capace di portarmi alle lacrime, nessuna immagine è figurata, mi faccio schifo per essere arrivato a questi lividi autoinferti in una teatralità degna del più infimo stolto di se stesso, seppur i grandi maestri cadono rovinosamente prima di trovare l'illuminazione, io mi sento ben lontano dall'essere anche solo maestro cosciente di me stesso, ricado in un errore più vecchio delle mie parole, lifeless, per una volta urlai, senza vita, senza insegnamenti e conoscenza, senza comprensione della rabbia e del dolore, senza ragione sull'umanità personale, senza parole pensate, urlo convulsivo per aver risparmiato fin troppi visi da un urlo che atterrisce anche me. Cosa stai cercando di dimostrare? Cosa stai cercando di dire? Una ragazzina incinta del padre che uccide il mostro dagli occhi arrossati? Catene della realtà che si spezzano mostrandone l'essenza in folli che urlano coprendo le proprie ferite aperte con le loro feci? La pena eterna di essere cosciente e mai nato, incatenato da se stesso ad osservare un tratto di terreno dove non sorge la propria tomba simbolo di una vita tanto desiderata e mai vissuta, colpa di peccati che si accettano come propri solo sulla fiducia di un dio inesistente? I peccati sono favole. Culle e tombe si assomigliano. Dall'utero nato dalla terra fino all'utero della terra che altri uteri genererà. Sputando al cielo sputo su di me. Sputerei su di me anche se lo sputo ascendesse in eterno. Essere svegliato da un urlo di morte e tremare nel rendersi conto che è solo un ricordo di una propria azione? C'è forse un dio che sta piangendo al mio posto? E' solo il passaggio di alcuni fantasmi...
Il Principio - The Principle
Ognuno di noi possiede la verità, intraprende quindi il proprio cammino infinito per conoscerla. Questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza. Questo è il cammino che in ogni passo del sogno ci porta dal possedere la verità ad essere la verità. | Each of us possesses the truth, then undertakes his endless journey to know the truth. This is the essence of feeling, the light of existence. This is the path that in every step of the dream leads us from having the truth to being the truth. |
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