Quest'anno non ho nessuno a cui fare regali. E anche quando avevo persone a cui destinare i miei regali, essi trovavano raramente origine là dove la gente del mondo contemporaneo italiano va a cercare i propri.
Fino ad oggi mi ero risparmiato la visione delle strade e dei negozi. Oggi sono uscito per un acquisto personale e mi sono immerso in questa visione. Ho visto le facce tese e tirate in sorrisi obbligati che si spegnevano appena era data loro l'occasione apparente di non essere visti, ho sentito i clacson usati come armi impotenti da malati di fretta e furia, ho visto le mille luci brillanti e colorate che stordivano la mia vista e attraevano come cornice inconscia verso tutto ciò che era vendibile ed acquistabile, l'occasione delle feste, il commesso stanco ed esasperato, gli estranei uniti in gruppi di estranei, dove il mondo diviso in scaffali veniva toccato, preso, osservato e valutato, rimesso a posto con i segni della frenetica e noncurante violenza della paura del tempo.
Tornando verso casa, in auto, isolato dal mondo grazie alla musica, mia amata musica, ho pensato a quell'uomo speciale che nacque più di duemila anni fa. L'ho sentito così lontano da tutto questo...
Amico mio, io non seguo la dottrina che si professa come tua, né ti considero qualcosa di diverso da un uomo, se non un uomo che ha trovato il vero senso della sua umanità e del suo io divino, ma ti faccio comunque i miei migliori auguri, in ricordo della tua vita, del tuo insegnamento, della tua anima, e perdona il fatto che gli auguri siano fuori data di un paio di mesi, ma la gente per tradizione festeggia in questi giorni la tua nascita. Possano queste feste portare sorrisi ai piccoli e sincerità agli adulti, come credo che anche tu vorresti. E possano portare un sorriso nuovo anche a me e nuova luce al tuo sorriso ricolmo d'amore, ovunque tu sia, chiunque tu sia adesso. Un abbraccio sincero da un uomo che ama ricordarti uomo.
Fino ad oggi mi ero risparmiato la visione delle strade e dei negozi. Oggi sono uscito per un acquisto personale e mi sono immerso in questa visione. Ho visto le facce tese e tirate in sorrisi obbligati che si spegnevano appena era data loro l'occasione apparente di non essere visti, ho sentito i clacson usati come armi impotenti da malati di fretta e furia, ho visto le mille luci brillanti e colorate che stordivano la mia vista e attraevano come cornice inconscia verso tutto ciò che era vendibile ed acquistabile, l'occasione delle feste, il commesso stanco ed esasperato, gli estranei uniti in gruppi di estranei, dove il mondo diviso in scaffali veniva toccato, preso, osservato e valutato, rimesso a posto con i segni della frenetica e noncurante violenza della paura del tempo.
Tornando verso casa, in auto, isolato dal mondo grazie alla musica, mia amata musica, ho pensato a quell'uomo speciale che nacque più di duemila anni fa. L'ho sentito così lontano da tutto questo...
Amico mio, io non seguo la dottrina che si professa come tua, né ti considero qualcosa di diverso da un uomo, se non un uomo che ha trovato il vero senso della sua umanità e del suo io divino, ma ti faccio comunque i miei migliori auguri, in ricordo della tua vita, del tuo insegnamento, della tua anima, e perdona il fatto che gli auguri siano fuori data di un paio di mesi, ma la gente per tradizione festeggia in questi giorni la tua nascita. Possano queste feste portare sorrisi ai piccoli e sincerità agli adulti, come credo che anche tu vorresti. E possano portare un sorriso nuovo anche a me e nuova luce al tuo sorriso ricolmo d'amore, ovunque tu sia, chiunque tu sia adesso. Un abbraccio sincero da un uomo che ama ricordarti uomo.
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