Hai mai avuto paura di dormire? La stanchezza che stringe come una morsa a due punte sulla base della nuca, gli occhi che bruciano sotto i colpi di mille invisibili scintille incandescenti, le estremità delle labbra sempre più insensibili, lentamente anestetizzate dalla negazione dell'unica soluzione. Sei già in un brutto sogno, alimentato dalla solitudine, tenuto vivo grazie alla tua stessa energia alla quale attinge copiosamente, indebolendoti. Come droga vampirica più ti consuma e più forte è la paura per quel passo, l'unico che possa liberarti dal suo controllo sempre più stretto. Non vuoi dormire, hai paura che il brutto sogno diventi sogno nel tepore del riposo, che l'incubo lento e poetico dei tuoi pensieri cessi di avvizzire il tuo sorriso rendendo evanescenti e lenti come una danza triste i tuoi movimenti. Cerchi musica dai tocchi lontani, che ti accompagni in questa discesa, l'uscita è ovunque, per questo resti immobile. Ormai sono mesi che non dormo dentro. Sono sempre fermo nella stessa immagine, di fronte a troppe uscite mascherate da muri, di fronte a troppe soluzioni che si sgretolano in sabbia al mio tocco. Più tendo la mano, più divento piccolo. Più mi guardo in giro, meno muovo la testa e gli occhi. Più ascolto il pianto di un dio, più temo quello di un diavolo. Più cammino più mi accorgo che faccio scivolare il mondo sotto i miei piedi, e tutto l'universo ruota intorno, mentre io resto immobile. Più grido, più la mia voce diventa un canto flebile. Mi fermo, non faccio più nulla. Non cambia più nulla. Se mi sveglierò non riuscirò ad aprire gli occhi, i movimenti si perderanno nel fumo della luce che brucia le palpebre ed io sarò anima viva in un cadavere ancora caldo. Immenso sforzo per restare aggrappato sulla soglia della luce, mentre i sogni neri cercano di tirarmi a loro, inebetendo il mio sangue. Non riuscirò, e meno mi abbandonerò, più doloroso sarà lo sforzo, più angosciante il fallimento. L'urlo sarà folle, crudele l'inganno, sognerò il suono del mio stesso grido, ma resterà bloccato nelle pareti della dimensione da cui arriverà, ed immaginerò le mie labbra ferme e la mia bocca muta. Urla, muovi, molla. Muovi, urla, abbandona. Dimentica. Dormi.
Il Principio - The Principle
Ognuno di noi possiede la verità, intraprende quindi il proprio cammino infinito per conoscerla. Questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza. Questo è il cammino che in ogni passo del sogno ci porta dal possedere la verità ad essere la verità. | Each of us possesses the truth, then undertakes his endless journey to know the truth. This is the essence of feeling, the light of existence. This is the path that in every step of the dream leads us from having the truth to being the truth. |
Sunday, 26 November 2006
Paura di dormire
Hai mai avuto paura di dormire? La stanchezza che stringe come una morsa a due punte sulla base della nuca, gli occhi che bruciano sotto i colpi di mille invisibili scintille incandescenti, le estremità delle labbra sempre più insensibili, lentamente anestetizzate dalla negazione dell'unica soluzione. Sei già in un brutto sogno, alimentato dalla solitudine, tenuto vivo grazie alla tua stessa energia alla quale attinge copiosamente, indebolendoti. Come droga vampirica più ti consuma e più forte è la paura per quel passo, l'unico che possa liberarti dal suo controllo sempre più stretto. Non vuoi dormire, hai paura che il brutto sogno diventi sogno nel tepore del riposo, che l'incubo lento e poetico dei tuoi pensieri cessi di avvizzire il tuo sorriso rendendo evanescenti e lenti come una danza triste i tuoi movimenti. Cerchi musica dai tocchi lontani, che ti accompagni in questa discesa, l'uscita è ovunque, per questo resti immobile. Ormai sono mesi che non dormo dentro. Sono sempre fermo nella stessa immagine, di fronte a troppe uscite mascherate da muri, di fronte a troppe soluzioni che si sgretolano in sabbia al mio tocco. Più tendo la mano, più divento piccolo. Più mi guardo in giro, meno muovo la testa e gli occhi. Più ascolto il pianto di un dio, più temo quello di un diavolo. Più cammino più mi accorgo che faccio scivolare il mondo sotto i miei piedi, e tutto l'universo ruota intorno, mentre io resto immobile. Più grido, più la mia voce diventa un canto flebile. Mi fermo, non faccio più nulla. Non cambia più nulla. Se mi sveglierò non riuscirò ad aprire gli occhi, i movimenti si perderanno nel fumo della luce che brucia le palpebre ed io sarò anima viva in un cadavere ancora caldo. Immenso sforzo per restare aggrappato sulla soglia della luce, mentre i sogni neri cercano di tirarmi a loro, inebetendo il mio sangue. Non riuscirò, e meno mi abbandonerò, più doloroso sarà lo sforzo, più angosciante il fallimento. L'urlo sarà folle, crudele l'inganno, sognerò il suono del mio stesso grido, ma resterà bloccato nelle pareti della dimensione da cui arriverà, ed immaginerò le mie labbra ferme e la mia bocca muta. Urla, muovi, molla. Muovi, urla, abbandona. Dimentica. Dormi.
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