Lamentandoci biasimiamo una coscienza superiore, spolverando via la colpa dalle nostre giacche. Le formiche vedono la grandezza del formicaio, l'opera architettonica complessa e minuziosamente perfetta che li accoglie. Guardiamo il nostro formicaio e crediamo che non funzioni, che sembri voler respingere o distruggere noi ed anche ogni altro insetto. E' troppo grande e troppo complesso perché possiamo contrastarlo, noi, formiche visibili. Eppure ci dimentichiamo che non vi è alcuna formica gigante che l'ha costruito al nostro posto. Siamo stati noi, granello dopo granello, seguendo l'incanto dell'effetto della somma di milioni di operazioni semplici e minuziosamente intricate nella trama, che abbiamo costruito il nostro formicaio, ognuno nel suo piccolo e grande universo, come neuroni di un cervello. Dipende da noi. Creatori del sogno illusi di non esserlo.
Il Principio - The Principle
Ognuno di noi possiede la verità, intraprende quindi il proprio cammino infinito per conoscerla. Questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza. Questo è il cammino che in ogni passo del sogno ci porta dal possedere la verità ad essere la verità. | Each of us possesses the truth, then undertakes his endless journey to know the truth. This is the essence of feeling, the light of existence. This is the path that in every step of the dream leads us from having the truth to being the truth. |
Wednesday, 23 January 2008
Tuesday, 22 January 2008
Una nuova verità
Guardami, ora, vicina. Ascolta e osserva, pensavi piangessi, mi alzo, mi elevo, espando le braccia e sorrido profondo, che non soddisfi il tuo dipinto del mio pianto. Su trame d'oblio scivolo senza cadere, l'immagine di luci colorate nell'acqua corrente i miei occhi scorgono chiusi. Una nuova verità.
Su scogliere riflesse
Su scogliere riflesse
Ho visto il suo danzare
Di nuvole sparite
Il ricordo nell'istante
Regina del velo
Ora bianco ora nero
La linea delle gambe
Nel trasparire chiaroscuro
I miei desideri
Tra i veli persi
Avanzano scostando
Con fremito e attesa
Nel battito incessante
Del desiderio che ritarda
Sponde gemelle
Di terra promessa
Richiama il vento
Ogni forma del suo gesto
Come l'illusione bianca
Nella poesia dell'altrui vita
Un batter di ciglia
Ora svanita
Ho visto il suo danzare
Di nuvole sparite
Il ricordo nell'istante
Regina del velo
Ora bianco ora nero
La linea delle gambe
Nel trasparire chiaroscuro
I miei desideri
Tra i veli persi
Avanzano scostando
Con fremito e attesa
Nel battito incessante
Del desiderio che ritarda
Sponde gemelle
Di terra promessa
Richiama il vento
Ogni forma del suo gesto
Come l'illusione bianca
Nella poesia dell'altrui vita
Un batter di ciglia
Ora svanita
Sunday, 20 January 2008
In ginocchio raccolta
In ginocchio raccolta
Espande l'universo
Davanti alla pietra
Pregante in lapide
Steli d'erba non sente
Viva pelle e chiara
Radici mancate alla madre
Radici madre mancanti
Mani dalle grate
Mente il corpo contorce
Di piacere immondo visto
Sotto gonne sporche
Mai viste al cuore
Mai viste alla madre
Eran di madre sempre
Mente e ride
Piange e sente
Se vento riflesso
Pietra insegna
Con occhi assorti
Su lapide scrive
Gambe da sirena
Epitaffio dell'erba
Poesia della pioggia
Persa ormai persa
Terra in terra
Non sulla pelle
Inarca la schiena
Piega e spezza
Prega desiderio
Fuggi l'istante
Del suo pregare
Che alcun dio ricorda
Ed urla nell'onda
E beve nel vento
E geme e gronda
Il silenzio nelle vene
Grida nel tempo
Che non possa fuggire
E piangere l'abbraccio
Di radici mancate
Graffia il morso
Labbra desideri
Versare in gocce
Non vede la chioma
Da schiena perfetta
In curva dipinta
Davanti alla pietra
Di gambe raccolta
Cantano le mani
Che vibra la terra
Al suo pensiero
Suono nell'universo
L'odore della pelle
Più dello spirito eterno
Espande l'universo
Davanti alla pietra
Pregante in lapide
Steli d'erba non sente
Viva pelle e chiara
Radici mancate alla madre
Radici madre mancanti
Mani dalle grate
Mente il corpo contorce
Di piacere immondo visto
Sotto gonne sporche
Mai viste al cuore
Mai viste alla madre
Eran di madre sempre
Mente e ride
Piange e sente
Se vento riflesso
Pietra insegna
Con occhi assorti
Su lapide scrive
Gambe da sirena
Epitaffio dell'erba
Poesia della pioggia
Persa ormai persa
Terra in terra
Non sulla pelle
Inarca la schiena
Piega e spezza
Prega desiderio
Fuggi l'istante
Del suo pregare
Che alcun dio ricorda
Ed urla nell'onda
E beve nel vento
E geme e gronda
Il silenzio nelle vene
Grida nel tempo
Che non possa fuggire
E piangere l'abbraccio
Di radici mancate
Graffia il morso
Labbra desideri
Versare in gocce
Non vede la chioma
Da schiena perfetta
In curva dipinta
Davanti alla pietra
Di gambe raccolta
Cantano le mani
Che vibra la terra
Al suo pensiero
Suono nell'universo
L'odore della pelle
Più dello spirito eterno
Thursday, 10 January 2008
Ogni cosa che scrivi
Ogni cosa che scrivi è traduzione e proiezione di qualcosa in te, maturata attraverso l'esperienza, la quale può essere vista come il risultato di un processo di acquisizione esterna e filtraggio di elementi dal mondo illusorio, umanamente chiamato mondo reale, che modifica se stesso dinamicamente attraverso la variazione dei parametri di filtraggio stessi i cui valori mutano grazie alla processazione di nuova informazione acquisita e successivamente processata. Questo processo di apprendimento è caratterizzato da una relazione ciclica di apprendimento, il cui metodo evolutivo è relativo e proprio dell'io personale. Ogni avvenimento è vissuto in modo soggettivo, l'esperienza non è data dall'avvenimento stesso, dall'elemento acquisito, bensì dalla personale reazione ad esso, reazione che, grazie alla nuova esperienza acquisita, è soggetta a mutazione. Poiché tutto nella vita interiore è collegato, l'esperienza alimenta un processo di trasformazione globale dei parametri del processo di apprendimento e conseguente evoluzione secondo una propagagazione ramificata dell'effetto di variazione lungo percorsi di relazione tra la particolare esperienza acquisita e gli elementi componenti dell'esperienza globale. Il potere di variazione dei parametri di filtraggio globali associabile al singolo evento di apprendimento, se si sceglie di identificarne uno considerando un intervallo sulla continuità dell'apprendimento che includa ciò che umanamente possiamo considerare come un singolo avvenimento di importanza e quindi di effetto sensibile, secondo schematizzazione mentale, ricordandoci però che l'evoluzione e l'apprendimento sono processi continui, perde la sua efficacia durante la propagazione lungo i rami di relazione proporzionalmente alla distanza percorsa, questo, in altre parole, implica che l'apprendimento relativo all'evento avrà tanto più potere di trasformazione su di un elemento dell'esperienza globale, che, anche in questo caso, ricorderemo essere un tutt'uno che solo per comodità immaginiamo composta di singoli elementi, al fine di rendere più comprensibile la trattazione, tanto più il tale elemento sarà considerato in relazione stretta con l'evento fonte di nuovo apprendimento. E' interessante notare che i gradi di relazione tra le varie componenti dell'esperienza globale sono anch'essi parametri modificabili dall'acquisizione di nuova esperienza. Questo implica che l'acquisizione di esperienza è un processo capace di modificare se stesso grazie a meccanismi che mutano essi stessi durante il continuo processo di apprendimento. Un avvenimento avrà effetto di trasformazione interiore tanto più forte quanto più vicino sarà al punto dell'esperienza sul quale inciderà durante il percorso di interiorizzazione dello stesso, ma, tale vicinanza, non è necessariamente una distanza dipendente dalla relazione consciamente stabilita tra due punti dell'esperienza, bensì, più profondamente, dipenderà da relazioni costituite da sensazioni che accomunino tali punti. Ecco quindi che l'apprendimento raggiunge una sfera dell'esperienza che fonda le sue radici nelle sensazioni e quindi in quella parte non direttamente controllata dal conscio. Chi riesce a percepire le relazioni tra sensazioni e pensieri e genera il suo pensiero basandolo sulle sensazioni e non per semplice costruzione e derivazione attraverso altri pensieri è più vicino alla corretta traduzione dell'esperienza acquisita e più profondamente rispetta la direzione della propria evoluzione. L'uomo è un essere dinamico. La goccia originale è il vero io.
Monday, 7 January 2008
Miele e veleno
Miele e veleno.
Fragile alchimia. Il contatto degli universi, la vibrazione dell'istante, impercettibile, irrecuperabile, linea tra veglia e sogno. Così sono uno e tutti. Sono quell'anima che non voleva lasciare tracce. Ora impara a non temere. Sono quell'anima che desiderava detestarsi. Sta imparando a non farlo. Luci ed ombre si amano, fiumi si incontrano, ognuno porterà un po' d'acqua dell'altro in se. Sto versando il mio io in ogni io vicino. Sto bevendo, inconsapevole assetato, che pur profondamente sente la sua sete, ma fatica a riconoscerla in questa forma, mi sto dissetando con l'acqua di mille fiumi, ed essa diviene me.
Mi sciolgo in un fiume...
Sono il vento incessante sull'abbraccio degli amanti, sono il dolore di chi ha tradito, la paura di chi perde il traditore, la colpa che non vorresti sentire. Sono miele e veleno, immerso nel punto d'incontro di mille fiumi, osservo il mio io riflesso in un cielo distante che ancora cercherò di chiamare casa.
Sposami. In un senso che nessuno ha mai espresso. Hai tutta la vita per pensarci.
Sono miele e veleno in ogni emozione, in ogni sensazione, nel vorticante gioco d'amore di luce ed oscurità.
Sono il grido dei bambini tra le macerie, sono l'attimo in cui chiudi gli occhi senza avere il tempo di pensare che forse morirai, sono l'attimo che hai per sentirlo. Sono il respiro dell'attesa per il desiderio ed il sospiro finale, sono la rabbia inaspettata del creatore, che scaglia se stesso come un uomo che piove sul mondo in mille frammenti, sono la fine di ogni magia, nel battito di un'ala presto spezzata. Sono la fenice della tua vita, ti converrà amarmi, perché risorgerò sempre, ogni volta che mi incendierai con la tua passione. Sono la chimera che tenevi fuori dal campo visuale della tua mente, che finalmente giunge, non puoi credere che sia realmente il mostro che la fantasia suggeriva all'inconscio, sono la tua stessa meraviglia nel vedermi, nell'attimo in cui il mio terrificante giungere trova termine. Mi nutro di miele e vino, diventano sangue in me, mi nutro di miele e veleno, diventano il sangue più interno in me. Sono il ritmo del tuo incedere ogni volta in cui inciampi, sono l'attimo incerto prima della caduta, sono l'inaspettato avverarsi di me. Sono il viola nel cielo sopra la tua città, sono così vero che non vuoi credere a me. Sono l'istante che precede ogni volta in cui smetti di credere in chi ami, sono l'istante in cui ricominci a credere in chi ami, ma ha un'altra anima. Sono l'inarrestabile spirale, il cerchio che non si chiude mai e che ti porta sempre tra braccia che credi nuove e si rivelano le stesse che vedesti prima di nascere. Sono il tuo peccato originale e non mi troverai in nessuna favola. Sono la rinascita in cui non credevi, sono l'immagine di chi ami che danza a braccia aperte su spiagge che non hai mai visto, con la libertà che sogni. Sono le tue parole, ogni volta che racconti di aver sentito il calore della terra mille volte, solo perché desideri averlo sentito. Sono la magia in cui credi, per questo vera, sono la follia in cui ti vorresti immergere, per questo inarrivabile, irrinunciabile. Sono il momento in cui perdi ogni cosa in cui credi, sono il momento in cui inizi a sognare dopo la rinascita. Sono lo specchio del tuo dolore, il riflesso nell'occhio del lupo, la tua immagine cieca, il fastidio della tua fragilità. Sono io, venatura nel sasso, detentrice di verità. Sono tutti i tuoi racconti, sono tutta la tua poesia. Sono lui, sono lei, sono tutti e tutto, eppur sempre nessuno e niente. Ascoltami, sono il suono che ancora non chiami musica, eppure un figlio dei tuoi figli, lo farà, silenziosamente, di nascosto da tutti. Io sono la consapevolezza dell'irrimediabilità della nascita e della morte, la verità della transizione, l'illusione dell'inizio e della fine. Tu mi desideri più di ogni altra cosa, perché non conosci il mio nome. Sono la polvere e non puoi mai scacciarmi via, perché resterò quando tu scomparirai e tornerai ad essere me. Sono la metà nascosta di ogni profilo, sono la parte visibile della luna, più confusa di quella nascosta e sono la parte nascosta del sole, per quanto girerai intorno a me, non mi vedrai mai, nel mio mutamento. Sono tui figlio, che mangia terra e vermi, sono tua madre che lo diverrà, sono la severità di tuo padre e la forza del suo amore, perché sono ogni suo sbaglio ed ogni suo segreto, sono gli infiniti silenzi tra di voi, mentre vi avvicinate per conoscervi. Si, sono io, il tuo amore, il tuo odio, ogni tua illusione. Non pensare, ascolta e senti. Non pensare. Sono ogni vincolo che rilasci, sono la mano che stringevi per salvare e che cade appena ti giri, anima sicura di avermi salvata, sono ogni nodo nella tua vita, lo smarrimento di ogni curva. Sono miele e veleno, sono miele e veleno, sono miele e veleno. Sono l'ape che lasci camminare sulla tua pelle, sai che non ti pungerò, se non mi limiterai. Sono il colpo per me mortale, il veleno, la morte nella tua vita. Ed il ghiaccio brucia passaggi nel mio essere, ed il ghiaccio brucia ricordi, nel mio sentire. Bevimi, bevimi con tutta la meraviglia di un bambino che osserva il cielo, mentre chini la testa per versarmi in te. Sono la passione, le labbra dell'amante sulla tua schiena, le mani come onde impetuose che salgono, come carezze di seta scendono e quando ti girerai, pioverò su di te, l'inarcarsi della tua schiena sarà il mio piacere nel tuo urlo, perché così vorrò, perché così godrai, anima ebbra e folle, ormai straripante di oceani... ormai contaminati di miele e veleno. Nulla si scioglie in questo freddo, finché io non giungo a portare silenzi il cui suono sia più forte di quello che chiudono in se. Sono l'onda, silenzio, sono l'onda, silenzio, sono l'onda, equilibrio. Pioggia di gocce su laghi di polvere, pioggia e tempesta, vento nel vento di ardore acceso, vortico e lambisco, mi espando e cado in ogni direzione, occhi aperti fisso il vuoto che vado a colmare. Desiderami e farò si che mi desideri. Odia il mio amore e t'amerò con carezze, ama il mio amore e t'amerò con impeti di onde nel fragore della travolgente passione di struggenti attese per l'esplosione degli argini e inondante sgorgare nel fluire dell'espansione violenta che assaggia e morde la tua pelle coprendo in volo ogni tuo universo ora lascivo e abbandonato al mio forte possesso nella penetrante unione dell'orgasmo finale che ti urla il mio nome mentre muori nella mia rinascita per svegliarti lentamente nel nuovo istante... mentre muoio nella tua rinascita. Sangue nel miele, miele e veleno, vino d'ebbra follia, l'ultimo gesto prima di andare via. Sono la rinuncia, vattene allora, sono la rinuncia, non mi seguire, sono la rinuncia, abbracciami e possiedimi, nell'ora e adesso, sempre. Sono la metamorfosi, sono l'occhio che mi legge, la mente che non comprende e rilascia, nel profondo, verso le sensazioni. Scivola e fonde in rivoli di scoscese rapide cadenti immersioni, nel toccare la terra rompo la tensione superficiale e affondo, nuotatore del tuo oceano, io sono acqua nell'acqua, trovami, verità e illusione, cercami nel desiderio. Non puoi fermare questo gioco, puoi solo illuderti di farlo. Puoi uccidere e ucciderti, ma puoi davvero fermare l'esistenza e le mille vite? Le infinite vite infinite di infinite dimensioni della tua, unica, eterna, senza fine? Non ha saputo abbracciarla con serenità, non ha saputo abbracciarla senza portarle sia la sua luce che la sua ombra ed io sono il suo egoismo. E sono l'egoismo di chi abbracciava. Sono l'egoismo del mondo e la sua negazione, sono la cecità di chi vorrebbe dimenticarmi. Sono la solitudine, ascolta il mio eco infinito che si rifrange sui tuoi mille fiumi, quando urli rispondo mutato in mille forme e ti porto le tue stesse parole dopo che hanno incontrato ogni parte di te. Sono la solitudine dei bambini privati della loro bellezza, sono la vendetta per quelle mani che li toccano, per quelle lingue che scivolano tra di loro pensando alla loro pelle gentile che non deve essere violata. Sono il tremendo urlo del cielo che ben più della morte e del dolore porterà a chi viola la sacralità di una pelle così puramente fragile, eppure così più forte della pelle che violenta. Sono la sensazione eterna dell'impetuoso scorrere degli eventi oltre la vostra umana giustizia ed il mio veleno straripa ed inonda, invitando col miele a non temere la sete e la fame di me. Il tuo subdolo vibrare, quando abbassi i vestiti, io sono la riga nera nel tuo cuore e attendo che i miei fili si intreccino in tutto il tuo corpo, si aggrappino senza farsi notare e si tendano saldamente, presto tirerò ed imploderò fino a portare i lembi della tua immagine a scomparire nella tua piccolezza, con un dolore che non conoscerai mai, che nemmeno la tua pelle potrà capire. Miele e veleno nel tuo sangue, quando vedesti morire la pelle innocente, tutti i suoi sogni, il ricordo delle parole, i pianti e le risate e con lei vedesti morire la lunga attesa struggente, sono l'eterno miele e l'inesauribile veleno che scorrono copiosi nel sapore ferroso del tuo sangue, ma non posso capire, posso solo sentire. Ho sentito il fetore di mille tombe ed il sapore di poche lacrime sincere, pur così cieche nella loro bellezza, piangenti davanti a carne in polvere, accerchiate dal vento negli alberi, sull'erba, sulle pietre, nei granuli di terra sollevati, nella pioggia, nelle nuvole, abbracciati ovunque dall'anima desiderata in ogni cosa. Ascolta il vento che amoreggia con le fronde più alte, ascolta l'impeto dell'amplesso, l'energia della natura, ed il loro gemere raccontando del mare in tempesta, del fragore delle onde che si infrangono su scogli lambendo la terra emersa, la polvere asciutta, la sabbia nell'aria, che lieve si tuffa e dolcemente scende per raggiungere i fratelli del fondale marino, là dove nasce e risiede il segreto. Sono la danza degli insetti, l'orgia brulicante che non riesci a scorgere senza provare repulsione, eppure ti racconto dei tuoi pensieri nascosti, forse per quello osservi e non guardi? Sono il movimento dell'umile verme nella terra, ti regalo i fiori più dolci, eppure non ti ricordi di me. Sono il primo filo di bava nella tela ingannatrice del ragno invisibile, immobile, in attesa. Ti catturerò, ma non pensare a cosa ti farò, non ne sopporteresti l'idea. Quindi ora danza nel vento, felice, e vivi una vita serena e ricca, sarai così più dolce alla soddisfazione del mio desiderio. Sono la lunga scala che sale in alto ed il tuo percorrerla al contrario, quando scendi sposto ogni scalino verso l'alto, al ritmo dei tuoi passi, e non mi fermerò finché non ti volterai, allora ti lascerò faticare con le tue gambe verso la salita, ma nel tuo lamentarti, nel tuo voler scendere, sei troppo cieco per accorgertene. Guarda intorno a te, sei nel cielo, colori su tela intorno a te, stupendo dipinto di cumuli nembi nel crepuscolo, scie bianche di fulmini nella bocca dell'incontro tra le nuvole scure, nel blu profondo che ti circonda. Senti il freddo penetrante, lascia che giunga nelle tue ossa, che ti faccia vibrare insensatamente, perdi, perdi il controllo del tuo tremare, spalanca gli occhi e comincia a correre verso l'alto, corri tremando e non fermarti mai, immaginerai la mia risata che ti insegue, sentirai l'ombra raggiungerti, allora corri, perché la fine non attende il tuo comodo, o forse vuoi solo credere così. Sono il cardellino morto sul davanzale della tua finestra, le zampette ritte, rivolto di schiena, la mia bianca merda macchia le belle piume della mia coda, sono l'emozione strana che provi vedendomi, il contrasto tra l'idea ed il suo traguardo. Un cammino, sono un cammino, in ogni passo il traguardo e mai la meta, sono la tua evoluzione, non dipingermi col bene, non dipingermi col male, ogni tuo colore scivola via dalla mia pelle liscia e livida, nel candore, nel candore, trova l'abbraccio, nell'oscurità, nell'oscurità, trova il desiderio e guarda dove si incontrano, io sono lì, ma sono troppo immensamente piccolo, una particella indivisibile, se non infinite volte e ogni volta che la lama dell'universo mi divide, io non muto, sono eterno almeno quanto te. Annega nel mio fiume caldo, la tua città degli dei. Sono la tua stanchezza, sono pesante sul tuo collo, brucio nei tuoi occhi, e rido, fatico a trattenere il fragore delle mie risate, perché mi hai chiamato per punirti di cose che nemmeno conosco e ora sei troppo, troppo stanco per affrontarmi. Sono la tempesta, la danza immensa delle onde giganti e piene, sono la tua paura immensa e la tua forza salda, quando da solo stringi il timone, strappo le tue vele, mentre mantieni la direzione e urli, perché due braccia bastano solo a tenere con forza e dolore il timone, ma non per salvare l'albero maestro, non per salvare la tua nave. Ma, per questa volta, ti lascerò passare, se resisterai al dolore che provi nel tenere la rotta attraverso me. E, triste, sono la tua consapevolezza, quando ormai vecchio, ti ricongiungi alla parte nascosta di te. Nascesti uno e ti dividesti, conscio ed inconscio, lentamente, gradualmente, due trame sovrapposte che disegnavano vibrazioni nella semitrasparenza del loro opposto scorrere, fino a separarsi quasi del tutto, ma ora sai che ti avvicini alla fine, perché hai scelto bene, invece di strappare l'ultimo lembo sovrapposto delle trame, carico di conoscenza ed errori, lentamente le riavvicini, in silenzio, il silenzio rotto dal tuo respiro stanco e graffiato. Occhi tristi per ogni tuo vero amore, occhi tristi oltre la solitudine della tua consapevolezza, verso i ricordi. Ascoltati, sai che ti manca la compostezza di alcuni suoi gesti, la gentilezza e la paura nei suoi silenzi, la regalità del suo aspetto. Sono questa mancanza. Sono le tue parole. Sono il fumo degli incensi, il rivolo di cera che si raffredda sulle candele, il suono orientale di musica sinuosa, danzo nell'aria fino a lenzuola di seta scura e materializzo la tua immagine nella forma d'edera delle vostre gambe intricate e di quell'edera sono ogni trama, che si avvicina e si allontana, nei giochi riflessi del sudore caldo, come onde d'oceano impetuoso, il fiume che entra nel suo mare, anneghi nel respiro. Urla amico mio, urla sulla cima di ogni vetta e fatti raccogliere dal ricordo delle fronde alte a valle, sarai il vento e viaggerai col suono della tua voce. Io sarò il cielo. Sono la neve sui suoi capelli, la stessa che ucciderà alcune vite e custodirà i semi che attenderanno di schiudersi. Sono il ricordo della spiaggia gelata, il freddo della notte e la tua solitudine riflessa nella luna, specchiata nell'increspatura del nero mare. Sono lo spettatore dell'eterna lotta fra dio ed il suo riflesso, sono colui che gestisce le scommesse e ride beffardo, perché ti ho tramutato in una delle corde perimetrali della pedana ove combattono. Li senti arrivarti addosso e sei costretto a respingerli, ma non biasimarmi, stai pagando qualcosa che non hai mai comprato e che semplicemente vuoi pagare, un affare è un affare ed è un piacere farli con te. Ridi, amico, delle mie menzogne, quelle del mio veleno, o forse è proprio il miele ad essere la menzogna, scoprilo te! Ridi amico mio, perché sarò la tua più grande verità. E' tempo di andare, amico mio, sei pronto? Hai imparato a cadere? Preparati a spiccare il volo. Chiudi gli occhi, respira, dimentica il pensiero e senti. Sono la tua carne che si scioglie in parole, sono la tua paura che si scioglie in parole, sono un racconto segreto sciolto in parole, la danza dei demoni, l'overture degli sguardi terribili e svegli che fissano vuoti che non comprendi, la follia rituale delle grida e dei canti grotteschi, fino al loro assopimento intorno al grande fuoco ancora vivo. Sono il fuoco nel cerchio. Sono la verità che possiedi, intraprendendo il tuo cammino infinito per conoscermi, perché questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza, questo è il cammino che in ogni passo ti porta dal possedere la verità ad essere la verità, ad essere me. Bevi, miele e veleno, e sii me, perché io sono te.
Saturday, 5 January 2008
Frammenti
Tutto ciò che resta è il ricordo dell'interezza. Per ritrovare me stesso dovrò imparare ad infrangermi. A dimenticare il mio piccolo io per ritrovare il mio vero io. Frammenti taglienti di sogni pensanti, intrisi di sangue e sudore, veleno e passione, adesso infrango tutto e non temo, adesso non mi preoccupo degli equilibri e infrango ogni cosa, senza paura di ferire, perché ogni frammento sia vero, fino a trovare la goccia originale in me. Per rinascere.
Metamorfosi
Prima di entrare:
"Adesso vado dal creatore, nel suo ufficio, e mi piazzo lì, così mi dovrà ciucciare finché non si arrende e mi cancella! Aveva a pensarci prima di crearmi!"
Uscendo:
"Il Creatore mi ha sistemato! Sono un vero uomo medio stronzo che non si ascolta! YUHUUUU !"
Non so perché, mi ricorda 1984.
"Mamma mamma, come nascono le persone?"
"Nascono come anime stupende, poi Iddio le conforma per vivere su questa terra ed essere merde come me e te."
"Adesso vado dal creatore, nel suo ufficio, e mi piazzo lì, così mi dovrà ciucciare finché non si arrende e mi cancella! Aveva a pensarci prima di crearmi!"
Uscendo:
"Il Creatore mi ha sistemato! Sono un vero uomo medio stronzo che non si ascolta! YUHUUUU !"
Non so perché, mi ricorda 1984.
"Mamma mamma, come nascono le persone?"
"Nascono come anime stupende, poi Iddio le conforma per vivere su questa terra ed essere merde come me e te."
Friday, 4 January 2008
Guardandomi indietro sorrido.
Il giorno dopo. Rileggo e sento. Ancora un po' sporco, e col veleno nel sangue. Ancora solo. E felice di esserlo.
Parlo a me stesso: "Sii te stesso e segui solo la tua verità. Sii lieto, e non pensare con disprezzo di esserti lasciato andare come uno stupido ragazzino, ora che ti senti già più solido e ridi delle ultime tracce di sporco, guardati dall'alto e impara a vederti come un bambino che cresce. Lo siamo tutti. Ama i tuoi errori, sii felice di aver vissuto, di esserti comportato stupidamente, di esserti perso in un bicchier d'acqua ed essere diventato così piccolo da affrontarci dentro una tempesta. Si, qualcuno ha sofferto. Si, qualcuno ti amerà, qualcuno ti respingerà, qualcuno ti vedrà similmente a come tu ti vedi, qualcuno oppostamente. Sorridi e non ti curar del loro giudizio. Ascoltalo ed impara, anche le loro parole sono verità, ma non devono sostituire la tua, bensì nutrirla. Non hai avuto paura di vivere e adesso, come una spiga di grano matura, china il capo, non come il servo di te stesso, ma come il re del tuo universo che si inchina al suo popolo, ad ogni tua emozione, ad ogni tua sensazione. Ci sono infiniti te in te, mille fiumi che scorrono distaccandosi dal fiume originale. Mille vite che continuano e non sono meno vere di quella che ti illudi di percepire anche fuori di te. La vera vita, è sempre dentro. In una sei solo, come adesso, ma sei diverso. In una hai vissuto mille e mille notti di passione, felice. In un'altra le hai vissute con qualcun'altro, che forse nemmeno conosci, ed ugualmente sei stato felice. In una stai piangendo. In una stai ridendo. In una sei con lei. In un'altra sogni la tua compagna, ormai lontano. Tutte scorreranno, sei un universo di possibilità, ognuna si avvera nell'infinità del tuo sentire. E ora ti vedo io stesso, ti vedo sorridere, perché ti guardi con occhi amorevoli, leggendo le parole che quel ragazzino ha scritto ieri e in fondo so che sei felice che le abbia scritte, potresti vergognartene un po', ma cerchi di guardare con i suoi occhi ed allora capisci. La tua vita non è di nessuno. Impara a rispettarla come un essere vivente, con le sue scelte, i suoi desideri, le sue emozioni. Così ogni emozione in te, non ti appartiene. I figli non appartengono ai genitori. Impara a lasciare liberi i tuoi figli, impara a lasciarli liberi di andare, se desiderano, hanno una vita da vivere, là dove tu non sarai. Stai pensando che molti hanno sofferto per le tue azioni. Molti hanno sofferto rispetto alle tue azioni, ai tuoi pensieri, ma ognuno è padrone delle proprie emozioni, del proprio dolore, è il loro vero io che le porta a loro. Non pretendere di avere il potere di far soffrire le persone contro la loro volontà interiore, se la tua anima non usa violenza contro di esse. E sì, impara le tue colpe e non colpevolizzarti per fuggire da esse. Affrontale ed impara a lasciarle libere. E paga i tuoi debiti, quando li sentirai tuoi. E impara ad avere crediti solo verso te stesso. E non pretenderli. Sì, ancora un po' di veleno nel sangue. Così stamattina ti svegli solo. E' una tua scelta, la rispetto. Il mondo non ce l'ha con te, come potrebbe? Tu sei il tuo mondo, scegli chi lasciar entrare, ma non trattenere chi vuole andar via. Adesso rialzati. Non sei un eroe. Sei un uomo. E' molto meglio. Sì, l'eroe è colui che si rialza, non colui che non cade mai. Ma tu oggi, ti riscopri uomo. In una delle tue mille vite, c'è un te che non si rialzerà mai. Lascialo libero di non rialzarsi. E' un segno nella tua anima. Sei tutti e uno. Guardandoti indietro, sorridi."
Grazie.Parlo a me stesso: "Sii te stesso e segui solo la tua verità. Sii lieto, e non pensare con disprezzo di esserti lasciato andare come uno stupido ragazzino, ora che ti senti già più solido e ridi delle ultime tracce di sporco, guardati dall'alto e impara a vederti come un bambino che cresce. Lo siamo tutti. Ama i tuoi errori, sii felice di aver vissuto, di esserti comportato stupidamente, di esserti perso in un bicchier d'acqua ed essere diventato così piccolo da affrontarci dentro una tempesta. Si, qualcuno ha sofferto. Si, qualcuno ti amerà, qualcuno ti respingerà, qualcuno ti vedrà similmente a come tu ti vedi, qualcuno oppostamente. Sorridi e non ti curar del loro giudizio. Ascoltalo ed impara, anche le loro parole sono verità, ma non devono sostituire la tua, bensì nutrirla. Non hai avuto paura di vivere e adesso, come una spiga di grano matura, china il capo, non come il servo di te stesso, ma come il re del tuo universo che si inchina al suo popolo, ad ogni tua emozione, ad ogni tua sensazione. Ci sono infiniti te in te, mille fiumi che scorrono distaccandosi dal fiume originale. Mille vite che continuano e non sono meno vere di quella che ti illudi di percepire anche fuori di te. La vera vita, è sempre dentro. In una sei solo, come adesso, ma sei diverso. In una hai vissuto mille e mille notti di passione, felice. In un'altra le hai vissute con qualcun'altro, che forse nemmeno conosci, ed ugualmente sei stato felice. In una stai piangendo. In una stai ridendo. In una sei con lei. In un'altra sogni la tua compagna, ormai lontano. Tutte scorreranno, sei un universo di possibilità, ognuna si avvera nell'infinità del tuo sentire. E ora ti vedo io stesso, ti vedo sorridere, perché ti guardi con occhi amorevoli, leggendo le parole che quel ragazzino ha scritto ieri e in fondo so che sei felice che le abbia scritte, potresti vergognartene un po', ma cerchi di guardare con i suoi occhi ed allora capisci. La tua vita non è di nessuno. Impara a rispettarla come un essere vivente, con le sue scelte, i suoi desideri, le sue emozioni. Così ogni emozione in te, non ti appartiene. I figli non appartengono ai genitori. Impara a lasciare liberi i tuoi figli, impara a lasciarli liberi di andare, se desiderano, hanno una vita da vivere, là dove tu non sarai. Stai pensando che molti hanno sofferto per le tue azioni. Molti hanno sofferto rispetto alle tue azioni, ai tuoi pensieri, ma ognuno è padrone delle proprie emozioni, del proprio dolore, è il loro vero io che le porta a loro. Non pretendere di avere il potere di far soffrire le persone contro la loro volontà interiore, se la tua anima non usa violenza contro di esse. E sì, impara le tue colpe e non colpevolizzarti per fuggire da esse. Affrontale ed impara a lasciarle libere. E paga i tuoi debiti, quando li sentirai tuoi. E impara ad avere crediti solo verso te stesso. E non pretenderli. Sì, ancora un po' di veleno nel sangue. Così stamattina ti svegli solo. E' una tua scelta, la rispetto. Il mondo non ce l'ha con te, come potrebbe? Tu sei il tuo mondo, scegli chi lasciar entrare, ma non trattenere chi vuole andar via. Adesso rialzati. Non sei un eroe. Sei un uomo. E' molto meglio. Sì, l'eroe è colui che si rialza, non colui che non cade mai. Ma tu oggi, ti riscopri uomo. In una delle tue mille vite, c'è un te che non si rialzerà mai. Lascialo libero di non rialzarsi. E' un segno nella tua anima. Sei tutti e uno. Guardandoti indietro, sorridi."
Guardandomi indietro sorriderò.
Oggi perdo amore e passione. Tu non eri in casa. Qualcuno ha bussato insistentemente. Parlavamo da fuori. Ed era bello. Voleva entrare. Ma quella era la casa che avevo fatto per te e te saresti tornata. Non l'avrei data a nessuno, prima che tu l'avessi lasciata o ti avessi potuto dire che non era più tua. Ho distrutto la casa. Così che nessuno potesse entrarvi.
Tu sei rimasta fuori al freddo. Non hai bussato. Non c'eri. Io non ti ho cercata.
Non comando i cieli. Scusa mondo, le cose succedono, quando arriva la bufera non puoi sperare di uscire illeso dalla tempesta con la nave intatta e i piloni con le vele ancora intere e io dovevo tenere il timone quindi scusa, anche alle vele non potevo pensare perché questa nave in quel momento è toccato a me guidarla e se tu volevi le vele proprio in quel momento serviva un uomo con le braccia a polipo. Io ne ho due. Giusto il timone ci guido. E scusa, mondo, se invece di prendere a calci chi cercava, chi chiamava passione alla mia passione, desiderio al mio desiderio, ho cercato di seguire me stesso, cercando di farle capire, mentre capivo, invece di mentire, negare, far finta di nulla, perché non sono stato zitto all'inizio e ho dovuto rimediare. E scusa mondo se nel frattempo non ho preso appunti e non li ho spediti a colei della quale stavo cercando di tenere in piedi il posto dove stiamo in due, ma, sai mondo, ero un attimo impegnato a fare del mio meglio! E poi, mondo, non sarebbe stato carino, non trovi? Mentre lei stava male per i suoi demoni, perché è li, dove morì chi sai tu, ma, ovviamente, stava con se stessa, io, che proprio non sentivo di poter fare molto per lei, perché deve vivere se stessa, dopo aver giocato al gioco delle tentazioni, mi sentivo giustamente vomitare addosso veleno, non riuscendo quasi più a tenere a bada nulla, che già mi sarei preso a calci da solo. Cercavo di fare del mio meglio per salvare il salvabile. E tu. mondo, che facevi? Eppure alla fine, mondo bastardo, ce l'ho anche fatta e non come un eroe come diresti tu, prendendomi per il culo, ma come un uomo che tra molti anni forse si guarderà indietro e si sentirà fiero di non aver tradito la sua anima! Quindi, vuoi vedermi arrabbiato per la prima volta qui? Non è stata una passeggiata, mondo, magari c'erano mille modi migliori per farlo, ma questo è il mio. Ho sbagliato? Non me ne frega un cazzo, tu, mondo, non sei il centro del mio universo, né lo è lei, né il desiderio, né la tentazione, né i pensieri, i sogni, e tutto il resto. Io sono il centro del mio universo. Quindi scusa, mondo, se invece di affondare le mani in una passione, ho scelto di andare da lei, di ricostruire la casa, di affrontarla e affrontarmi, per vederla camminare con le sue gambe sapendo di camminarle accanto. Dici che mi prendo per il culo da solo? Che valeva la pena di seguire il sentire della passione? Pazienza, ho scelto così, per me vale l'ora e adesso. Sono un bravo bambino? No, mondo, sono uno stronzo sincero. Ma sono sincero. E non mi pento. No, mondo, di nulla. Tu mi vorresti bravo bambino, eh mondo, assoggettato a te? Oh, certo mondo, faccio il bravo chierichetto e vado a succhiare il cazzo ai preti. No mondo, se vuoi mettermelo in culo, preparati, perché non so chi vincerà, ma prima di cedere sarò io a farti un culo così e sarà colpa tua, che mi avrai rotto i coglioni. Se non mi vuoi rigettami e non rompermi più i coglioni. Troverò altre forme d'esistenza ed il mio io si farà una risata. Ma ora sono qui. E ti prendo pure in giro. Sai come? Così, guarda: a lei, con la quale cammino a fianco, auguro di trovare se stessa e un po' di serenità. A lei, invece, che mi ha tentato di passione, che porta il mio stesso cognome, pensaci, sei buffo sai? A lei auguro di trovare tutta la passione che desidera, di battere il capo un sacco di volte, di rompere un po' dei suoi spigoli e di trovare amore per se stessa. E io ora, che sono ancora sporco di sudore, veleno e merda, faccio una capatina sul blog, che oggi va di moda, no? E ti scrivo un po' questa tiritera. Sputo un po' di merda al vento, che se me la tiri indietro mi scanso e becca chi so io. Così per stasera, giusto per stasera, tu, lei, l'altra e il mio vero io, belli sporchi di merda, potete pure andarvene tutti a fare in culo. Baci.
P.S.: un altro punto per me mondo. Pare che tu possa inviarmi che vuoi. Io non tradisco. Il trucco è, mai dire mai. Fai una cosa, però, pensaci la prossima volta, che questa gente ci soffre poi. Merda che non sei altro.
Non comando i cieli. Scusa mondo, le cose succedono, quando arriva la bufera non puoi sperare di uscire illeso dalla tempesta con la nave intatta e i piloni con le vele ancora intere e io dovevo tenere il timone quindi scusa, anche alle vele non potevo pensare perché questa nave in quel momento è toccato a me guidarla e se tu volevi le vele proprio in quel momento serviva un uomo con le braccia a polipo. Io ne ho due. Giusto il timone ci guido. E scusa, mondo, se invece di prendere a calci chi cercava, chi chiamava passione alla mia passione, desiderio al mio desiderio, ho cercato di seguire me stesso, cercando di farle capire, mentre capivo, invece di mentire, negare, far finta di nulla, perché non sono stato zitto all'inizio e ho dovuto rimediare. E scusa mondo se nel frattempo non ho preso appunti e non li ho spediti a colei della quale stavo cercando di tenere in piedi il posto dove stiamo in due, ma, sai mondo, ero un attimo impegnato a fare del mio meglio! E poi, mondo, non sarebbe stato carino, non trovi? Mentre lei stava male per i suoi demoni, perché è li, dove morì chi sai tu, ma, ovviamente, stava con se stessa, io, che proprio non sentivo di poter fare molto per lei, perché deve vivere se stessa, dopo aver giocato al gioco delle tentazioni, mi sentivo giustamente vomitare addosso veleno, non riuscendo quasi più a tenere a bada nulla, che già mi sarei preso a calci da solo. Cercavo di fare del mio meglio per salvare il salvabile. E tu. mondo, che facevi? Eppure alla fine, mondo bastardo, ce l'ho anche fatta e non come un eroe come diresti tu, prendendomi per il culo, ma come un uomo che tra molti anni forse si guarderà indietro e si sentirà fiero di non aver tradito la sua anima! Quindi, vuoi vedermi arrabbiato per la prima volta qui? Non è stata una passeggiata, mondo, magari c'erano mille modi migliori per farlo, ma questo è il mio. Ho sbagliato? Non me ne frega un cazzo, tu, mondo, non sei il centro del mio universo, né lo è lei, né il desiderio, né la tentazione, né i pensieri, i sogni, e tutto il resto. Io sono il centro del mio universo. Quindi scusa, mondo, se invece di affondare le mani in una passione, ho scelto di andare da lei, di ricostruire la casa, di affrontarla e affrontarmi, per vederla camminare con le sue gambe sapendo di camminarle accanto. Dici che mi prendo per il culo da solo? Che valeva la pena di seguire il sentire della passione? Pazienza, ho scelto così, per me vale l'ora e adesso. Sono un bravo bambino? No, mondo, sono uno stronzo sincero. Ma sono sincero. E non mi pento. No, mondo, di nulla. Tu mi vorresti bravo bambino, eh mondo, assoggettato a te? Oh, certo mondo, faccio il bravo chierichetto e vado a succhiare il cazzo ai preti. No mondo, se vuoi mettermelo in culo, preparati, perché non so chi vincerà, ma prima di cedere sarò io a farti un culo così e sarà colpa tua, che mi avrai rotto i coglioni. Se non mi vuoi rigettami e non rompermi più i coglioni. Troverò altre forme d'esistenza ed il mio io si farà una risata. Ma ora sono qui. E ti prendo pure in giro. Sai come? Così, guarda: a lei, con la quale cammino a fianco, auguro di trovare se stessa e un po' di serenità. A lei, invece, che mi ha tentato di passione, che porta il mio stesso cognome, pensaci, sei buffo sai? A lei auguro di trovare tutta la passione che desidera, di battere il capo un sacco di volte, di rompere un po' dei suoi spigoli e di trovare amore per se stessa. E io ora, che sono ancora sporco di sudore, veleno e merda, faccio una capatina sul blog, che oggi va di moda, no? E ti scrivo un po' questa tiritera. Sputo un po' di merda al vento, che se me la tiri indietro mi scanso e becca chi so io. Così per stasera, giusto per stasera, tu, lei, l'altra e il mio vero io, belli sporchi di merda, potete pure andarvene tutti a fare in culo. Baci.
P.S.: un altro punto per me mondo. Pare che tu possa inviarmi che vuoi. Io non tradisco. Il trucco è, mai dire mai. Fai una cosa, però, pensaci la prossima volta, che questa gente ci soffre poi. Merda che non sei altro.
Thursday, 3 January 2008
Una paura antica
Sono un veleno. Ogni volta che parlo, consciamente o meno, faccio di tutto per avvicinare l'altrui pensiero al mio. Cerco inevitabilmente persone il cui sentire sia aperto al mio. E inietto, subdolamente, veleno. Un veleno che rende simili a me. Così, non si innamora di me ogni mia compagna. Risponde solo ad assuefazione. Prima di mollare la presa di una mano rinsecchita e debole, quando ha finalmente ottenuto tutto il veleno che poteva sopportare. Anime avvelenate di un veleno che le porta a conoscere loro stesse, le loro paure, le loro verità nascoste, i motivi delle loro emozioni, l'origine dei loro desideri, sogni antichi e nuove immagini, nuovi suoni, e quello del loro respiro.
O è, forse, una paura? Sono davvero un anima affascinante per qualcuno? Forse davvero il suo sentire è simile al mio? Io non obbligo. Offro la scelta. Come un demone.
E' un ciclo che si ripete. Le persone che non vogliono sapere, non dovrebbero essere portate vicine al mio sentire. Io non detengo la loro verità, ma, vicino a me, iniziano a cercarla. E forse non è quello il loro cammino. Forse il cammino e vita, discostandocene perdiamo energia di noi, il prezzo di una curva che allontana è la curva per ritornare. Hanno direzioni opposte. Non ho potere sugli altri, tranne quello che mi offrono. Eppure, questo non mi rende sereno.
Parlo a me stesso.
"Stai forse dimenticando il principio delle onde nel principio della spirale? Passi sempre dagli stessi punti, ma a diverse altezze, con una visuale diversa. Sei su un cammino. Non saprai mai del tutto quale sia la verità dietro a questa paura. Ma potrai saperlo sempre di più. Ad ogni giro compiuto, tornerai qui. E avrai vissuto un altro giro. Lascia che ti accusino. Lascia che fuggano. Lascia che vengano. Non indossare la presuntuosa maschera di chi crede di avere la possibilità di cambiare l'altrui cammino. Ognuno percorre il suo e ne è l'unico padrone. Accetta di essere vissuto e di vivere, non temere, ama, vivi, cadi e rialzati, lascia che gli altri ti facciano entrare, se vorranno, saranno sempre loro stessi, ogni pensiero, sarà loro, non tuo, ogni emozione, sarà legata ad entrambi, non scorrerà in una sola direzione, non temere, non aver paura della tua paura. Stai crescendo."
E' un ciclo che si ripete. Le persone che non vogliono sapere, non dovrebbero essere portate vicine al mio sentire. Io non detengo la loro verità, ma, vicino a me, iniziano a cercarla. E forse non è quello il loro cammino. Forse il cammino e vita, discostandocene perdiamo energia di noi, il prezzo di una curva che allontana è la curva per ritornare. Hanno direzioni opposte. Non ho potere sugli altri, tranne quello che mi offrono. Eppure, questo non mi rende sereno.
Parlo a me stesso.
"Stai forse dimenticando il principio delle onde nel principio della spirale? Passi sempre dagli stessi punti, ma a diverse altezze, con una visuale diversa. Sei su un cammino. Non saprai mai del tutto quale sia la verità dietro a questa paura. Ma potrai saperlo sempre di più. Ad ogni giro compiuto, tornerai qui. E avrai vissuto un altro giro. Lascia che ti accusino. Lascia che fuggano. Lascia che vengano. Non indossare la presuntuosa maschera di chi crede di avere la possibilità di cambiare l'altrui cammino. Ognuno percorre il suo e ne è l'unico padrone. Accetta di essere vissuto e di vivere, non temere, ama, vivi, cadi e rialzati, lascia che gli altri ti facciano entrare, se vorranno, saranno sempre loro stessi, ogni pensiero, sarà loro, non tuo, ogni emozione, sarà legata ad entrambi, non scorrerà in una sola direzione, non temere, non aver paura della tua paura. Stai crescendo."
Wednesday, 2 January 2008
Quando ti sveglierai io me ne sarò andato
Quando ti sveglierai io me ne sarò già andato. Sembri così seria mentre dormi, sorrido nel pensarlo. Quando aprirai gli occhi io non ci sarò più. Vado, perché non voglio chiamarti egoista direttamente in faccia. In fondo, cerchi solo te stessa. Vado, perché non voglio permettermi di cercare vendette peggiori di questa. In fondo, cerco solo me stesso. Vado perché non penso di poterti aiutare e forse nemmeno lo desidero adesso, perché sono troppo insicuro per farlo senza che tu me lo chieda. E già so, grazie a te, che non lo farai. Non voglio più cercare di rammendare ferite, non rimanderò il dolore. C'è un cielo limpido oggi, mi invita in questo sole invernale che si rifrange nell'aria. Non ho più poesie per te, solo queste semplici parole, senza enfasi, senza abbellimenti, ornamenti e fronzoli. Adesso le sussurro, forse una parte di te le sentirà, forse una parte di te le capirà. A presto e addio.
Tuesday, 1 January 2008
Un sogno doloroso
"Così siamo giunti alla fine. Così finalmente la verità si rivela e crolla il castello di carte. La paura si fa rabbia, la rabbia si cristallizza in rancore e attecchisce come un morbo al legame. Fin dall'inizio, un gioco, le tue trame, il tuo tessere. Fin dall'inizio. Così, ecco il tuo pugnale, ecco il tuo colpo finale, il rilascio di tutto l'ingranaggio, mostrarmi la verità alla fine, in un momento di profonda fragilità tale che io non mi ponga il dubbio sulla veridicità delle tue parole. Tutto questo tempo, è così che volevi, è sempre stato così. Non è vero?"
"Vattene..."
"Lacrime di circostanza sono quelle che migliaia di spiriti appesi all'ingresso della dimensione dei tuoi occhi cercano di mostrare e trattenere per la minuziosità dell'effetto finale?"
"Vattene."
"Ho un pensiero per te, puoi farne quello che vuoi."
Silenzio
"Non credi nulla di quello che hai detto in questa occasione finale, e, seppur una parte di te abbia ben previsto che io me ne rendessi conto, tutto è studiato a livello inconscio per indurre comunque il mio spontaneo allontanamento. Ciò che non hai considerato è il fatto che non mi conosci, c'è una reazione che non hai previsto, perché sarebbe troppo poco credibile. Ma il suo punto di forza sta proprio in questo, se da una mente come la mia non ti aspetteresti un atteggiamento poco credibile, la sua effettiva presenza ne confermerà la validità. Comincia a seguire la trama, vedrai, ad una parte di te credo che potrà piacere molto. Considera la mia mente, ciò che hai trovato affascinante in essa, le sue vie, i percorsi che è capace di seguire, le trame che è capace di tessere, le immagini, i suoni, le sensazioni. Pensi veramente che in un mondo di illusioni come quello in cui siamo una mente simile sarebbe lasciata libera di esistere senza vincoli? Dove starebbe allora l'illusione, la menzogna, il fattore vincolante di crescita, la pietra legata con una fune intorno alla vita da trascinare durante la salita? Se tu fossi la pedina di uno studio, la cui apparenza sia quella del gioco, ti vendicheresti pur non avendo la certezza della veridicità delle tue scoperte? Il prezzo per la mia mente è una complessa e profonda instabilità mentale che, se da un lato espone una facciata di sincerità cristallina, dall'altra reca vita ad un'ombra profonda, le cui radici affondano profondamente nell'inconscio, perdendosi nell'irrintracciabilità, un'ombra le cui fronde spoglie si insinuano nei pensieri, guidandoli. Ecco che pensieri e poesie, la stessa sincerità, la capacità di avvolgere e far provare una sicurezza profonda, un calore gentile, un senso di amore capace di penetrare, diventano strumento. Ecco il prezzo da pagare per una simile mente. Essa deve la sua forza all'ombra e all'ombra deve servizio e dedizione, non diretta obbedienza, la quale sarebbe frantumabile, ma riconoscenza. L'ombra decide i limiti della libertà di scelta e azione della mente, facendo si che non esca mai dal percorso prescritto. Così ogni anima sul cammino, ogni mente, ogni cuore, diventa strumento, nutrimento e pedina a sua volta. L'ombra ne manipola la mente ed il cuore, per garantirsi l'accesso, per farsi accettare dall'anima, così da poter lentamente iniettare il veleno che inibirà la sua libertà. Anima dopo anima, persona dopo persona. Ognuna, alla fine, è stata indotta a respingermi o ad accettare il mio allontanamento, come ultimo inganno, l'ultima convinzione di libertà d'azione culmine della consumazione del veleno. Anime mutate, ormai, vedono la loro vita cambiare, loro stesse cambiare. Adesso sarai probabilmente curiosa di sapere il perché, quale sia il fine dell'ombra. Ed ecco la mente in azione. Se te lo dicessi, se ti fornissi un motivo, farei crollare la struttura che ti porta a poter credere in quello che ti ho confessato. Se ti offrissi davvero un motivo, dimostrerei alle tue sensazioni e deduzioni che il centro di tutto il discorso non è realmente l'ombra, ma tu, ti porterei il ragionevole dubbio che tutto questo sia appena stato inventato, per te. Invece non ti dirò il motivo. E potrai chiederti se io non lo condivida con te perché stia desiderando che tu mi creda, o perché, effettivamente, in funzione del motivo stesso, non abbia ragione di condividerlo. La cosa più divertente è che questo non influisce sul risultato. Attenta, adesso arriva la parte più bella. E' probabile che tu adesso stia pensando che sono in errore, che presumo di poter giocare con te, di poter sapere cosa ti passa per la testa, ed al contempo potresti pensare che non credi veramente alle mie parole, che non sei caduta nel tranello e che ciò che desideri realmente chiederti è perché io ti stia dicendo tutto questo. Ma se sono consapevole di questi tuoi pensieri nel dire ciò che ho detto e ti rendo partecipe di questa consapevolezza, lascio comunque in te un forte dubbio rispetto alle mie affermazioni, non si smontano del tutto in te. E, nuovamente, la cosa più divertente è che il risultato non riceve influenza da questi tuoi probabili pensieri. Il vero punto di forza del veleno che scorre nella tua anima è che la consapevolezza della sua esistenza, raggiunto questo stadio della sua evoluzione, non è motivo di indebolimento per esso, anzi, è nutrimento per la sua mutazione finale, per il risultato ultimo, la sua completa consumazione e l'inevitabilità del suo effetto compiuto ed incancellabile.
Ma adesso, te ne prego, ascoltami. Ecco la svolta, come in ogni buona storia. Tu mi conosci meglio di quanto credi, molto mi sono mostrato a te, con sincerità. Da me, con la tua intelligenza, hai appreso e condiviso riflessioni sulla natura dell'umano pensiero e comportamento. Adesso forse comincerai a vedere la verità, non posso saperlo, perdonami quindi se la suggerisco io stesso. Aprendo gli occhi alla vera libertà, profondamente raccolta nella tua conoscenza, comprendi che tutto ciò che ho detto è il prodotto di una mente creativa ed acuta per il soddisfacimento di un desiderio umano, la risposta ad un dolore ricevuto. E' la naturale evoluzione della richiesta dell'inconscio di donare ciò che è dovuto alle mie emozioni per averle sottoposte ad un tale dolore. Nelle sensazioni nate dopo l'aver ascoltato le tue parole, la profondità della mia mente scorge l'origine del dolore. All'immagine di te in me si rivolge, reclamando il pagamento del debito che ad essa attribuisce. Così, il conscio, vedendo indicata l'immagine di te come obiettivo, a te, che di quell'immagine sei origine esteriore, si rivolge. Ecco quindi che la sensazione indotta dall'inconscio guida le parole del conscio, affinché ti restituiscano in forma equivalente e contraria il dolore ricevuto, affinché paghi il tuo debito. Eppure sai anche che cerco di conoscermi e che non sono così fortemente e semplicemente vittima di me stesso. Non credo che possano esistere debiti o crediti tra noi. Se ho lasciato che tutte queste parole venissero pronunciate è perché ho lucidamente scelto di permetterlo. Ecco dunque che, pur rispondendo ad un desiderio umano in una forma che non credo detentrice di verità, ho trovato conscia utilità in tutto questo. Il motivo risiede nel fatto che credo fortemente nella sincerità e nella forza delle sensazioni. Nessuna preghiera, nessuna dolcezza, senza sincerità, sarebbe stata utile quanto queste parole al fine di cercare di soddisfare il mio desiderio di non perderti. Nulla, come un colpo emozionale così forte, sarebbe stato così efficace. Contro la cristallizzazione delle menzogne generatrici di demoni ho scelto di rilasciare una tale onda di emozioni aggrovigliate e confuse, lasciando che si sbrogliassero nel cammino, per far vibrare e reagire la nostra profondità, là dove amo credere che risieda il nostro legame. L'ho messo in gioco perché prendesse le redini. Ho messo in gioco ogni convinzione mentale, ho fatto vibrare tutto, affinché l'unica cosa rimanente fosse pura sensazione. Sono stato sincero con una menzogna, perché non ho nascosto la sua natura menzognera. Adesso sei libera di pensare come vuoi, un passo alla volta possiamo avvicinarci, ma attendo un tuo segnale."
Attimo di silenzio.
"Credo che sia tu a non aver considerato il fatto di non conoscermi. Non ho creduto alla tua menzogna, anche se mi ha scossa. E mi ha scosso un pensiero. Non puoi arrogarti il diritto di giocare con la mia mente, con le mie emozioni. Non è tutto così semplice, non bastano solo delle parole, dei bei pensieri, il tuo gioco mi ferisce, non mi riavvicina. Almeno soddisfi la tua vendetta, ma, mi dispiace davvero, non mi hai nuovamente accanto a te. Non gira intorno a te il mio universo, tu lo sai, diresti che non vorresti nemmeno che fosse così. Ora ho tanto l'impressione che tu voglia il contrario. Sono le mie paure, non le tue. Si tratta di me e non voglio spiegare, non desidero che tu capisca. Adesso vorrei stare da sola. Scusami. Vattene."
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