Il Principio - The Principle

Ognuno di noi possiede la verità, intraprende quindi il proprio cammino infinito per conoscerla. Questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza. Questo è il cammino che in ogni passo del sogno ci porta dal possedere la verità ad essere la verità.
Each of us possesses the truth, then undertakes his endless journey to know the truth. This is the essence of feeling, the light of existence. This is the path that in every step of the dream leads us from having the truth to being the truth.

Thursday 25 November 2010

Me

Sono solo un essere etereo che voleva sentire la terra sulle sue mani

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I am only an ethereal being who wanted to feel the earth on its hands

3 comments:

  1. E quella figura scura, fatta solo di contorni che racchiudono un'essenza dai particolari impercettibili allo sguardo umano, affondò le mani nella terra. Come se fosse neve o sabbia ci affondò fino ai gomiti, sempre più giù verso il centro, sempre più dentro verso il tutto. E, quando si accorse di avere qualcosa tra le mani, strinse le dita, lasciò che si esse si abbracciassero, circondando il tesoro. E quando le mani tornarono alla luce, allora la figura scoprì che ciò che aveva afferrato non era altro che la terra stessa. Che la terra era il segreto, che la terra era la domanda e la risposta. E allora fu come se degli occhi si aprirono dentro quell'oscurità priva di particolari, delle fenditure squarciarono quel buio e dalla figura stessa scaturì una luce forte, ma non feroce, bensì calda e carezzevole. E allora la figura lasciò andare la presa, avvicinò le mani ad una di quelle aperture fino quasi ad ingoiarsi. La figura mangiò la terra, la quale scivolò lentamente contro le pareti del suo tutto. E quando potè infine sentirne il sapore, l'essere etereo si accorse di non essere in niente diverso dalla terra. Egli aveva infine mangiato se stesso.

    Scusa, lo sai che a volte mi viene il brutto vizio di "finire" le tue "storie". Ma è che quella mancanza di punto lascia scivolare il lettore verso uno spazio immaginario, verso il proprio e personale spazio immaginario, che non ha più niente a che fare con l'autore, il quale rimane da qualche parte nascosto come mero suggeritore. Spero non ti dia fastidio questa mia mancanza di contegno. È solo che mi è partita l'immaginazione. E credo che, in fondo, sia più rispettoso di qualsiasi altro modo lasciar nascere qui la mia creatura. Purtroppo, in inglese proprio non lo saprei scrivere. L'essere etereo anglofono resterà senza cena, ohimé.
    Un saluto reverenziale,
    sempre io,
    C.

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  2. C.,

    i tuoi commenti, ricchi di bellezza e rispetto, sono graditi.

    Come tu stessa hai fatto notare, questo 'finale' è prettamente tuo, vi riconosco la tua essenza. La mia si ferma là, in quel finale infinito, prima delle tue parole. Dal tuo silenzio nascono parole che si adagiano là dove ho lasciato silenzio, parole che sembrano scritte da un'ombra di terra, da un mondo che non ho mai veramente compreso, ma che ho desiderato e che ancora mi stupisce, e ancora dipinge ricordi.


    Perdona se mi permetto di scrivere la seguente correzione, per amore di una lingua la cui terra d'origine è immagine di nostalgia e desiderio, e per rispetto alla consecutio temporum:

    "E allora fu come se degli occhi si APRISSERO dentro quell'oscurità priva di particolari"

    Credo che si sia trattato di una svista, un rimasuglio nella tua mente mentre riformulavi la frase, so quanto ami la nostra lingua.


    Un sorriso gentile.

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  3. No, certo, correggi correggi. Detesto fare errori così stupidi, ma mi piace quando essi vengono corretti. Uh, che imbarazzo. :)
    C.

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