Il Principio - The Principle

Ognuno di noi possiede la verità, intraprende quindi il proprio cammino infinito per conoscerla. Questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza. Questo è il cammino che in ogni passo del sogno ci porta dal possedere la verità ad essere la verità.
Each of us possesses the truth, then undertakes his endless journey to know the truth. This is the essence of feeling, the light of existence. This is the path that in every step of the dream leads us from having the truth to being the truth.

Thursday, 29 November 2007

Riflessione petulante




Chi ribadisce in modo petulante un concetto tende a sovrapporre al desiderio di condividere tale concetto con gli altri il desiderio che gli altri mostrino approvazione.




Chi ribadisce in modo petulante un concetto tende a sovrapporre al desiderio di condividere tale concetto con gli altri il desiderio che gli altri mostrino approvazione.


Chi ribadisce in modo petulante un concetto tende a sovrapporre al desiderio di condividere tale concetto con gli altri il desiderio che gli altri mostrino approvazione.


Chi ribadisce in modo petulante un concetto tende a sovrapporre al desiderio di condividere tale concetto con gli altri il desiderio che gli altri mostrino approvazione.

Saturday, 24 November 2007

Pensiero della sera

E' un mondo difficile, dove i nemici cercano di mettertelo in culo e gli amici ci riescono.

Friday, 16 November 2007

Non credo nel credo che non creda in me


Non credo nel credo che non creda in me. Se credessi in un dio vorrei che tale dio credesse in me, non vi è dio in mente umana che sia privo di adoratori. Non credo al credo che imponga la coscienza dell'indegnità, la persecuzione dell'errore, la penitenza come base dell'azione. Sento che il credo a me più vicino sarebbe quello in cui si doni energia al desiderio di conoscere se stessi, di evolvere, di crescere camminando, di comprendersi vicendevolmente, muovendo ogni passo sul cammino che ha come base componente il rispetto, aprendo la propria mente, dimenticando il possesso in funzione dell'essere, comprendendo la vera natura dell'illusione, abbandonando le classificazioni di giusto e sbagliato in favore di discernimenti soggettivi e relativi, nobilitando la meraviglia della vita umana come sistema complesso di universi comunicanti ed apprezzabile solo dalla razza umana stessa, incoraggiando l'apprendimento dall'errore, la sincerità del pensare e del comunicare, l'esaltazione dell'individuo come universo infinito nell'insieme infinito di universi, che non porti la coesione del gruppo a perpetuare azioni il cui scopo tacitamente accordato e non consciamente compreso sia quello di lenire la paura cercando conferme nella condivisone di un credo solo per propria imposizione e non per profonda comprensione e sentire, nel tentativo di mettere a tacere il desiderio di verità che genera insicurezze e sensazioni di mancanza di solidità e protezione.

Così vedo intorno a me visi che mi rimproverano perché non perpetuo i riti che servano a rendere grazie al divino punitore, il benevolo che così creò le regole dell'universo per il mio stesso bene. Così vedo vicini a me visi tristi che credendo la mia via uguale alla loro via vedono i miei passi prendere una direzione sbagliata. Così vedo vicini a me visi tesi che celano il rancore di anni, nato dal non aver ottenuto dal cammino intrapreso ciò che chi mostrò loro il cammino promise come traguardo dello stesso, se avessero mosso passi esclusivamente nella direzione indicata dagli insegnamenti di colui il quale conobbe per primo la strada. Avrebbero accettato il messaggio nel quale credettero anche se il messaggero si fosse rivelato diverso da come lo desideravano o avrebbero forse reso inscindibili messaggio e messaggero, così come avrebbero forse reso inscindibile ogni messaggio o porzione di esso da ogni altro messaggio? I passi compiuti in funzione di un desiderio che non sia quello del proprio vero io o su una strada che non sia quella del proprio vero sentire, cercheranno un giorno di ritrovare il loro equilibrio, nella loro relativa verità dell'essere. Così vedo demoni ed in loro scorgo angeli giudicati. Così vedo desideri messi a tacere ed i demoni che un giorno diverranno, come conseguenza della prigionia e della tortura, della privazione della loro libertà di essere ed esprimersi e del loro diritto ad essere compresi anche se non soddisfatti.

Credo nel credo che non sia solo un credo, bensì il dinamico fluire di infiniti credi, credo nella rete di vite, nell'evoluzione dell'io attraverso la conoscenza di se stessi come base di ogni conoscenza ed evoluzione. Credo nel credo sincero della verità.

Il motore di ogni azione

Non vi è passo umano che non sia mosso all'origine da un desiderio.

Friday, 9 November 2007

Sono stanco

Se bruciando di nero resto immobile, non vinco. Perdonami maestro. Se bruciando di oscurità mi dimeno, sono debole. Perdonami maestro. Se bruciando di oscurità cammino per le strade sincero nella mia debolezza, fermo nel mio credere, cosciente del mio illudermi, allora non mi interessa di vincere, non mi importa se sono debole. Addio maestro.

E tu, maestro, sai che tornerò.

Se tratto il me di un istante come uno stupido nel successivo, sono come il genitore che giudica inezie i problemi del figlio piccolo, nonostante il grande dolore che questi prova. Ed i primi dolori del figlio saranno fortemente impressi nella sua memoria incosciente. Egli non avrà chiesto compassione, ma comprensione.

Così avanzo, in questo nero periodo, dove anche il mio corpo decade disfacendosi con la lentezza vitale degli alberi, sotto fiamme inconsistenti, petali e foglie, nere piume, pelle che brucia.

E non vi è contatto nel sonno, non vi è lo sfiorar di pelle, reale o sognato, non vi è la paura in questo dormire mentre cammino per le strade di questa strano giorno di sole intenso sotto nuvole nere, vedo cristallizzato ogni istinto di fuggire, cristallizzato ogni timore animale, immobile la struttura del mio essere percepibile, ma del fiume interno all'oceano, delle correnti che si avvelenano con carcasse dei miei pensieri, non voglio sapere, né vedere, il fiume verde nero, putrido gorgoglio che mulinellando si restringe verso luoghi ignoti e profondità che temo atavicamente.

Sono stanco... non toccarmi... lasciami dormire...

Per rivedere la luce

Per rivedere la luce dovrò rinascere nell'oscurità. Vedendola intorno a me, mi renderò conto del fatto che da me starà uscendo, che fino ad allora non l'avevo vista perché risiedeva in me, là dove non guardavo. E' tempo di rinascere. Ancora.

Thursday, 1 November 2007

Ti stai sciogliendo, con tutto.

Sono la fossa larga per l'eco delle tue menzogne, sono il mare d'emozioni nel quale ti confondi, felice di sbagliare. Sono la sensazione del lenzuolo che ti copre mentre ti distendi nel sonno e cerchi l'abbandono che ti neghi sotto la luce del sole che hanno dipinto per te. Sono le mille e una luna che io stesso ho desiderato e che di riflesso ti illuminano, perché tremi, tu tremi ed io sorrido come se fossi felice, come se comprendessi. Sono il silenzio, stupendo e troppo vero da accettare, l'arte ultima del nulla nell'essenza più viva. Io sono e sciolgo, perché tutto è uno e uno è tutto. Sono l'evidenza nello specchio che accusi, sono l'amore stupendo nell'istante prima di morire, sono il primo sorso d'acqua quando la sete cancella i tuoi pensieri, con un suono incessante che è tanto forte quanto il silenzio che rompe. Sono le mille venature nascoste nel tuo sguardo, in ogni immagine riflessa ed inversa per la tua conoscenza, i colori che non accetti di vedere in ogni sincera visione di te. Sono il piccolo verme, l'umile lavoratore della terra, per te che ti senti anima stupenda nell'apprezzare la bellezza dei fiori, per te che ti senti rinascere perdendoti nel suono delle onde di vento tra i rami alti. Sono l'ultima goccia di meraviglia della tua infanzia perduta per tacita scelta. Sono la scheggia sconosciuta nella tua pelle, che attende quell'unico movimento che ti farà soffrire, sono il tremore della luce sulla tua pelle quando non puoi sopportare la tua stessa vita, sono l'infantile bisogno di tuffarti in qualcosa di vero, nella moltitudine di piccole bellezze semplici che ti proteggano, che ricordino a ciò che dimentichi la sua vera essenza. Sono lo stridente imprevisto nel tuo passo quotidiano. Sono lo straniero che le tue parole proteggono ed il tuo sguardo denigra, sono la realtà appesa per i piedi che ancora ride sotto la tua tortura. Sono la fine della storia, le ultime otto pagine del tuo racconto, gli ultimi cinque battiti di ciglia mentre sai che stai finendo di leggere. Sono la terra secca che brama l'acqua ed in silenzio attende, sono la fatica nel tuo ultimo giorno di vita, sono l'immagine della quale non vuoi sentire il suono, perché nel suono mi troveresti. Sono la fragilità del tuo mondo e l'incredibile equilibrio che ti ha permesso di svegliarti anche oggi. Sono l'innocenza ferita dall'ipocrisia, la leggera sfumatura di sesso in un bacio paterno, la brace del desiderio che attende di esser fiamma, il numero sbagliato pescato dal cappello delle tue stesse possibilità, guardami bene, porto la tua firma in calce. Sono il patto col diavolo che ti dannerà, quando scoprirai di essere il diavolo, sono la catena della redenzione che finalmente si spezza quando ti risveglierai con gli occhi del dio che hai dimenticato di essere, sono il tuo potere visibile che non guardi, sono l'osservabilità dell'acqua, nella luce e nel movimento non scompari, eppure ti distorci per come vuoi ricordarti. Sono lo spazio vuoto tra l'origine della tua stessa proiezione e l'immagine finale per i tuoi ricordi, sono il viaggio del suono nel tuo corpo, sono la cascata di sensazioni alle quali non presti attenzione. Sono il pugnale nascosto nella mano della banalità che giudichi, sono la rivoluzione del figlio che non credevi possibile, sono il popolo che accusa contro la tua tirannia quando pensavi di essere il ladro che rubava nel mercato per sfamare la tua giustizia. Sono l'ombra nascosta dietro ogni tuo trono di velluto, sono la risata silenziosa che incrina la tua sicurezza quando credi di esserti nascosto bene. Sono l'abbraccio che aneli, ma non comprendi, sono l'unico amore che non possederai, sono l'unico odio che non ucciderai. Sono la malattia che cova in te per liberarti, sono l'istante in cui tutti ridono di te, sono la liberazione, l'istante in cui prendi piede in una prigione molto più larga. Sono la continuazione incessante che inonda il tuo dire basta, sono l'impossibile che si manifesta tra le tue braccia e ti trafigge. Sono la piuma che cade nella polvere sporca, tra la merda ed il piscio dei tuoi emarginati, mischiata a quella dei tuoi bei animali. Sono la colomba bianca ed il piccione morto sul fianco del tuo marciapiede. Sono il riflesso luminoso del lampione sopra la bella con le calze a rete nel freddo della tua notte metropolitana, sono il seno sporco della mendicante, sono l'odore pungente nel vento imprigionato. Sono il dito del bambino sui tuoi grilletti, sono la mano del padre che accarezza la figlia, sono la mano del padre che scende. Sono gli occhi della meraviglia pura, sono gli occhi rossi e umidi della tua meraviglia nuova. Sono l'attesa di un dopo. Sono il sudore nascosto e lavato. Sono la prima ferita dei tuoi figli, sono l'ultimo dolore di tua madre. Sono l'urlo della partoriente, sono il piacere nella forma del suo viso, sono l'atavico ricordo che lega quell'urlo a quello che udisti e accompagnasti nell'orgasmo per la tua prole. Sono lo scherno dei compagni di classe e la poca importanza della cosa per gli adulti. Sono la tua solitudine nella solitudine del mondo. Sono la terra e l'acqua, il cielo, ti vedo innamorarti. Immagina l'odio che ho provato sapendo che sei capace di amare tanto quanto di provare ad uccidermi. Sono la verità nascosta che celi o dimentichi. Guardami senza vedermi. Ricorda ancora, sono te. E ti stai sciogliendo, con tutto.