Il Principio - The Principle

Ognuno di noi possiede la verità, intraprende quindi il proprio cammino infinito per conoscerla. Questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza. Questo è il cammino che in ogni passo del sogno ci porta dal possedere la verità ad essere la verità.
Each of us possesses the truth, then undertakes his endless journey to know the truth. This is the essence of feeling, the light of existence. This is the path that in every step of the dream leads us from having the truth to being the truth.

Friday, 27 October 2006

Apprendimento relativo tra molteplici verità


Metodi di apprendimento traslati e proiettati in equilibrio tra possibile ed impossibile come riflesso nella vita reale dell'effettiva essenza dell'origine stessa della proiezione.

Tra me e un ipotetico me tuttavia esistente:

- Sei un demagogo, un retore, imponi le tue idee in modo subdolo. Un veleno, sei un veleno lento e inesorabile per anime plasmabili, liberi da un condizionamento visibile per copiarti sugli altri come condizionamento impercettibile. Vuoi sempre avere ragione. Vuoi sempre avere ragione, prima del mondo e dei suoi abitanti, vuoi solo e sempre avere ragione. Nel contrasto tra le idee riesci ad imporre la tua ragione convincendo subdolamente che la tua ragione sia verità, senza far sentire la lama dell'imposizione che penetra il cervello di chi ti ascolta. Cerchi solo il giudizio e l'espansione, sei debole e insicuro, sei pericoloso. Vuoi sempre avere ragione. Vuoi sempre sempre avere ragione. Quando ammetti di avere torto lo fai per avere ragione, per essere sempre quello che alla fine ha ragione. Vuoi solo e sempre avere ragione.

- Sono anche forte nell'umiltà dell'ammettere i miei errori, rispetto le altrui idee ed il fatto che certe mie idee diventino parte dell'altrui pensiero, tradotte e riadattate, eppure emozionanti, è scelta di chi ascolta. Non impongo niente. La tua aggressività deriva dalla mancanza di solidità. Chi crede realmente nelle sue idee non teme il confronto ed il giudizio e accetta la possibilità del cambiamento. Chi impone è debole. Il fanatico è debole. Io sono solo un libero pensatore che cerca di sentire la verità.

---



- Sei un demagogo, un retore, imponi le tue idee in modo subdolo. Un veleno, sei un veleno lento e inesorabile per anime plasmabili, liberi da un condizionamento visibile per copiarti sugli altri come condizionamento impercettibile. Vuoi sempre avere ragione. Vuoi sempre avere ragione, prima del mondo e dei suoi abitanti, vuoi solo e sempre avere ragione. Nel contrasto tra le idee riesci ad imporre la tua ragione convincendo subdolamente che la tua ragione sia verità, senza far sentire la lama dell'imposizione che penetra il cervello di chi ti ascolta. Cerchi solo il giudizio e l'espansione, sei debole e insicuro, sei pericoloso. Vuoi sempre avere ragione. Vuoi sempre sempre avere ragione. Quando ammetti di avere torto lo fai per avere ragione, per essere sempre quello che alla fine ha ragione. Vuoi solo e sempre avere ragione.

- Hai ragione.

Gioco del Controllo

Il fastidio che ti provoca l'assuefazione al sistema della gente è proporzionale alla tua dipendenza dai desideri ad esso relativi.

Liberamente ispirato ad una conversazione serale dopo lezioni di programmazione orientata agli oggetti alimentata da buona birra e buona compagnia:

- Ero a casa, avevo appena finito di vedere un reportage, Farenheit 9/11, sulla tragedia delle Torri Gemelle e della guerra in Iraq, quando entro nell'altra stanza e sento mia madre dire: "No, dovevi scegliere l'altro pacco!". E' questo che mi ha fatto pensare mentre avevo le lacrime agli occhi. Così assuefatti al sistema...

- E cosa faresti?

- Intanto **** lo manderei a fare l'elemosina. Poi aprirei gli occhi a tutti e manderei davanti a tutti quelli che credono in questa guerra. Come si fa ad essere così ciechi davanti alla verità? Che poi lo si sa come sono davvero andate le cose. Era necessario un pretesto per avviare questa guerra. Il nemico è invisibile e quello visibile è un pretesto. Attaccherei al muro chi di fronte alla verità cerca di condizionare le masse.

Sorrisi. Allungai d'accenno la mano con l'intento di stringere la sua dopo le sue parole. Lui, vedendo l'incongruenza sarcastica del mio sguardo rispetto al gesto disse:

- Che c'è?

- Complimenti! - Sorrisi con sarcasmo e tenerezza.

- Cosa?

- Hai appena creato la base per il tuo terrorismo personale.

Mi guardò prima sorpreso, poi con crescente comprensione.

- I potenti - dissi - non sono stupidi. Il grande stratega chi manda in avanscoperta? Il fante o il pezzo grosso?

- Manda il fante - disse con l'attesa del seguito.

- Così colui che disprezzi è un fante. Il potente è potente anche grazie a chi lo contesta... e lo sa. Sfrutta la limitazione di libertà di chi vuole imporre la sua idea, antitetica a quella che egli dichiara come sua. Ma l'oppositore è altrettanto marionetta. Sei previsto, esattamente come la guerra.

Mi guardò con comprensione e sorrise, colto in fallo.

- La libertà sta nel rendere libera la propria idea senza imporla. Il grande maestro, dopo aver liberato la sua idea, rende se stesso eremita e cerca la sua illuminazione, conscio del fatto che ognuno è maestro di se stesso. Solo il messiah ha l'indole di chi riesce a trasmettere la sua idea senza imporla restando presente.

- Non stai forse cercando di imporla tu stesso?

- Si, ma con coscienza. Io non nego i miei errori, gli errori sono uno dei più grandi tesori che abbiamo in questa vita, ma questo non mi deve giustificare nel compierli, allora c'è crescita. Erro con coscienza, è un grande vantaggio nel mio caso. Un tempo erravo con coscienza d'azione, ma non di errore. Conoscere i desideri di chi desideri controllare rende facilissimo il tuo compito.

- Hai ragione.

- Era quello che facevo. Ma il bambino è tale perché si meraviglia. Nell'ottica del mio ragionamento il cinico è vicino alla libertà. Il bambino. Il bambino lo è veramente, perché deve ancora dare nomi alle cose, possiede già la verità, ma deve ancora limitarla, schematizzarla, renderla reale. Così lascia libera la tua idea, libera dal controllo.

Sorrise.

- Sii libero.

Strade della città

Le strade nella città in una giornata di sole sono fatte per camminare, c'è sempre una meta, un posto da raggiungere. Nei prati al sole la meta è la contemplazione, il luogo stesso è fine e cammino. Fermarsi come segno di libertà, nelle strade, dove l'orizzonte è celato. Nella notte le strade si fanno labirinto di libertà, vorticare in noi stessi per seguire il desiderio e la teatralità dell'evasione.

Thursday, 26 October 2006

Arte...

Arte, linguaggio che scivola, accoglie e vola, librandosi oltre le parole sussurra il ricordo di un momento presente, la comprensione interiore intraducibile dell'emozione come risposta. Comunicazione dei sensi oltre i sensi, dell'emozione come mezzo e fine, la conoscenza inesprimibile in un mondo limitato e l'eterno desiderio di un ricordo negato di vera essenza. Arte frutto del desiderio, arte frutto dei ogni errore come fiore di bellezza unica, arte come sangue e piacere, arte come dolore dei deboli, arte come maschera dei forti, arte oscura, arte luminosa, arte desiderio innegabile di se stessi, nell'essere, arte desiderio negato degli altri, nell'avere, arte come arte dell'arte.

Monday, 16 October 2006

Senso di protezione...

Posavano la testa sul mio petto. Dicevano che dava un profondo senso di protezione. Non riesco a poggiare la testa sul mio petto.

Monday, 2 October 2006

Spazio rimanente...




C'è l'eternità dopo. C'è l'eternità prima. E' in questo piccolo spazio rimanente che resto confuso per mio piacere infantile. La sensazione avvolgente di una stanza piccola come un ripostiglio con una finestrella quadrata sul mondo, il gioco di un bambino, la fantasia che riempie e satura la stanza per ore. Ricordi. Il profondo bisogno di protezione, fragile delle proprie insicurezze, eroe mentale per ovvia conseguenza dell'autocostruzione, lamine di ferro con gli angoli torti ad arpione così profondamente inseriti nella carne da diventare parte integrante del sistema vitale. Il piacere dell'immagine nell'immagine, guerriero ferito da una guerra immaginaria, eppur con i vestiti laceri, ormai adulto, le ferite dell'anomalo ferro di protezione ignorate in favore di quelle decise come testimonianza dell'ennesima battaglia che è solo ricordo e mai avvenimento. La scelta di una purezza contaminata, la scelta dell'idea della contaminazione stessa e della distinzione di purezza e mancanza di candore. Il viso ormai impuro di esperienze che non trova la pace in una piccola stanza di giochi dimenticati. C'è un mondo fuori. E mi dipingo, portami da nessuna parte, striscerò vuoto perché vuoto mi vorrò vedere. Ogni ferita nel mondo è una ferita a me. Io sono tutto. Ti sogno, sei me, il mio desiderio. Ti ho anche dato una forma, occhi belli e orientali, lunghi capelli neri, sguardo vivo di chi ha sofferto scelte sbagliate e violenza eppure non conosce il mondo degli uomini. Ti ho tolto la forma, te ne ho date così tante. Sei desiderio, se la proiezione del volere che scaturisce dal vuoto, vuoto che non dovrei far altro che colmare con me stesso. Posso tornare ingenuo per un po'? Ti prego, uomo d'ombra, posso tornare ingenuo per un po'? Posso piangere senza capire il motivo? Posso smettere di pensare profondamente per un po'? Posso smettere di sentire le risposte? Posso smettere di capire le domande? Gentilmente, dolcemente, essere. Sono solo persone che passano e non starei attento se non volessi. Così resto solo e di ognuno mi viene dato un assaggio. Amici che mi lasciano solo intravedere l'odore della presenza, mi lasciano sentire l'immagine che resta nella retina dopo che l'origine si è già spostata. Posso uscire da questa follia prima che diventi la nuova normalità? Perché come ogni uomo mi adatterò, perché come tutti mi abituerò, perché dopo aver consumato il pasto non avrò più fame, perché una volta passato il dolore non mi interesserà più la ferita, perché cambierò e non mi spaventerà essere cambiato. E' così inevitabile, uomo d'ombra? C'è un mondo stupendo in bianco e nero fuori, c'è un mondo stupendo in bianco e nero dentro, in questo piccolo spazio rimanente...