Je ne cherche pas l'amour. Je le vis, sans l'appeler, chaque fois que il arrive à se reposer à côté de moi.
(Io non cerco l'amore. Lo vivo, senza chiamarlo, ogni qual volta viene a riposarsi accanto a me.)
Ognuno di noi possiede la verità, intraprende quindi il proprio cammino infinito per conoscerla. Questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza. Questo è il cammino che in ogni passo del sogno ci porta dal possedere la verità ad essere la verità. | Each of us possesses the truth, then undertakes his endless journey to know the truth. This is the essence of feeling, the light of existence. This is the path that in every step of the dream leads us from having the truth to being the truth. |
Je ne cherche pas l'amour. Je le vis, sans l'appeler, chaque fois que il arrive à se reposer à côté de moi.
(Io non cerco l'amore. Lo vivo, senza chiamarlo, ogni qual volta viene a riposarsi accanto a me.)
Colui il quale riduce in schiavitù il proprio dolore si illude di esserne schiavo, alimentandone la falsa natura.
Colui il quale rende libero il proprio dolore impara a conoscerlo, svelandone la vera natura.
Ognuno di noi è libero di scegliere di illudersi di odiare il proprio dolore.
Ognuno di noi è libero di scegliere di amare il proprio dolore.
Quanto più a fondo vi scava il dolore,
tanta più gioia potrete contenere.
Khalil Gibran - "Il Profeta"
C'era una volta un re. Egli possedeva un anello, tramandatogli da suo padre, che conferiva a lui il diritto di essere re e lo identificava come tale presso i suoi sudditi. Un giorno il re si svegliò, si alzò dal letto e preparò ad iniziare le attività della giornata come suo solito. Il re, però, percepiva qualcosa di diverso, una sensazione inusuale rispetto all'abitudine di ogni mattina. Si guardò la mano e notò che l'anello non era più al suo dito. Il re sbiancò e fu preso da un senso di angoscia. Cominciò a ragionare. Era sicuro di aver avuto l'anello al dito quando era andato a dormire. Quello era l'ultimo momento in cui l'aveva visto. Nessuno poteva essere entrato nella sua stanza durante la notte, poiché, come ogni sera, l'aveva chiusa dall'interno, come misura di sicurezza alla quale era stato da tempo abituato. Pensò di chiamare aiuto, ma si rese subito conto del potenziale errore: se qualcuno avesse saputo che aveva perso l'anello, avrebbe potuto cercarlo per farlo suo. Questa era una questione che il re doveva risolvere da solo. Si mise quindi a cercare nella stanza. Guarò nel letto. Guardo sotto il letto. Guardò sui mobili e sotto di essi. Guardò negli angoli. Guardò addirittura sul davanzale della finestra. Camminava rapido e nervoso. Si fermava all'improvviso, come sperando di cogliere in fallo l'anello mancante. Trascorse un'ora. Il re cominciò a temere che non avrebbe trovato l'anello. Si sedette sul letto. Prese la testa tra le mani e cominciò a piangere copiosamente. Strizzava le palpebre, singhiozzando. Chissà cosa avrebbero pensato i suoi sudditi se lo avessero visto così. Temeva inoltre che a breve sarebbero venuti a cercarlo, non vedendolo arrivare. Era consapevole che presto la sparizione dell'anello non sarebbe rimasta a lungo un segreto. Cercò di smettere di piangere. Disse a se stesso che, almeno, voleva affrontare la tragedia con dignità. Si asciugò le lacrime. Aprì gli occhi e cercò di calmarsi. Proprio in quel momento notò un piccolo rigonfiamento nel risvolto dei pantaloni del suo abito da notte. Lo toccò con la mano. Non poteva crederci. Aveva trovato l'anello. Ed era sempre stato con lui, ovunque si spostasse. Per questo non riusciva a trovarlo. Si promise che da allora avrebbe fatto molta più attenzione e ringraziò l'anello, come se ringraziasse i suoi antenati, per avergli insegnato una lezione che gli sarebbe stata utile per essere un re migliore: se non riusciamo a trovare la risposta che cerchiamo, spesso accade perché la cerchiamo intorno a noi.
Così come accade per il fiume che sceglie di formarsi in curve e percorsi tortuosi invece di scendere dritto dalla montagna al mare, ogni curva della mia vita è l'occasione di un'esperienza e costituisce il vero traguardo del cammino.
Presto affronterò una nuova curva che mi porterà nella terra che parte del mio sangue sogna con nostalgia: il 20 Febbraio 2010 mi trasferirò a tempo indeterminato in Australia, nella città di Adelaide, dove ho trovato un lavoro come Ingengere del Software, il che dovrebbe permettermi di avere le basi materiali per poter vivere questa grande esperienza.
Partirò da solo. Eppure, in un certo qual modo, porterò molte persone con me, poiché quello che sono oggi è anche il risultato di tutte le persone che ho incontrato lungo il mio cammino.
A voi che ne fate parte va il mio sincero ringraziamento. Ognuno di voi, in un modo o nell'altro, mi ha arricchito. Porterò il vostro dono con me.
Spero di poter salutare di persona quante più persone possibili prima della mia partenza.
In ogni caso tornerò spesso in Italia, quindi questo è solo un arrivederci ed un grande, interminabile, grazie.
As the thought blossom blurs into a slightly sinuous sensation, I slowly slide into a splendid daydream.
Siamo tutti parte di un'unica anima con tutto e contemporaneamente frammenti di essa.