Il Principio - The Principle

Ognuno di noi possiede la verità, intraprende quindi il proprio cammino infinito per conoscerla. Questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza. Questo è il cammino che in ogni passo del sogno ci porta dal possedere la verità ad essere la verità.
Each of us possesses the truth, then undertakes his endless journey to know the truth. This is the essence of feeling, the light of existence. This is the path that in every step of the dream leads us from having the truth to being the truth.

Wednesday, 30 May 2007

Per non chiamarne il nome nel mondo della veglia

Per non chiamarne il nome, pur non costante, pur non eterno, nel mondo della veglia, dove mi illudo che ogni azione da me nascente mi appartenga, continuo a sognarne l'attimo indelebile nella libertà del sonno.

Monday, 28 May 2007

Stanotte dormo col tuo odore




Stanotte dormo col tuo odore, i vestiti che indossavi dormendo con me, un tempo miei, ora tornano sulla mia pelle. Sento l'odore della tua su di me. Sento le notti passate nel mio letto. Sento il tuo viso sognante al mio risveglio. Nessuna dolcezza decisa, ma una gradevole scelta del momento. Ti sento, vera, perché non di poesia racconta l'odore che sento, ma di una pelle vera, che vive e respira, che non porta falsi odori di idealizzata dolcezza, ma il piacere originale dell'umana essenza senza tempo, il piacere del richiamo reale del tuo odore, tu che hai una pelle così simile alla mia, tu che mi inebri non di fiori e primavere, ma di sincero piacere, l'odore afrodisiaco dei baci soddisfatti sulla pelle che li accoglieva, nel ricordo del tuo respiro il mio racconta il suono che riempiva la notte del nostro piccolo spazio rimanente.

Una carezza sarebbe bastata

Una tristezza velata resta in bilico tra viso immobile e poesia, qualche flebile forma di stanchezza che copre un disagio semplice, piccolo e visibile, che non attende altro che un nuovo giorno. Cerco l'errore nell'immagine, il dettaglio annunciato che fatico ad individuare anche dopo la millesima vista dello stesso frangente incastonato in tratti rapidi che tentano di riassumere l'essenziale per giocare col significato di ogni attimo. Perché la paura di dormire è il segnale della catena che stringe il collo ed il suono interiore, aumentando la pressione dei pensieri contro gli occhi, per rendermi conto che non posso provare quello che provo per il motivo apparente. Mi sarebbe bastata una carezza, sono fatto anche di emozioni, in questo piccolo immenso labirinto di reti, in questa mezza giornata spezzata dalla voglia che volga al termine senza pagare il prezzo del sonno, l'attimo di consapevolezza, prima di sfumare, che sente la mancanza di uno sguardo e dell'istante che avrebbe voluto custodirlo. In questa tristezza che non desidero spiegarmi, anche solo una carezza sarebbe bastata.

Saturday, 26 May 2007

Dormi, piccolo mondo...




Dormi, piccolo mondo, immenso in ogni dettaglio, non perdo il mio amore, ma solo il suo nome.

Stia nel silenzio

Stia nel silenzio per essere ascoltato oltre il suono reale la verità del momento protratto per piacere di rivelare l'inaspettato in questa comunicazione di istanti. Non posso sapere cosa mi attende semplicemente perché scelgo di non sapere che nulla mi attende, ma io attendo tacitamente, inconsapevolmente, l'esito, il momento che scelgo come tale, l'istante in cui vedo il cambiamento. Mi distendo su questo letto solido e gradevole, tra qualche spina e molti piaceri distesi lungo la pelle, in temporali notturni che bagnano emozioni. Se trattengo per scelta sbaglio coscientemente, forse ho controllo, forse non ho controllo, ma mi libero dalla paura di non averlo. Muto, avanzo, ancora dei passi accanto ai miei? Già cerco? O ancora mi adagio su un cammino longilineo e semplice da riconoscere sul rettilineo, scambiando il mio volgere lo sguardo ai lati con curiosità per curve solamente immaginate? Non parlarmi d'amore, dico a me stesso, non parlarmi d'amore che ancora non so cosa significhi in questa rinascita, in questa dolce morte. Dimentico forse di fuggire la mia anima? Tu non esisti più di quanto io esista.


Thursday, 17 May 2007

Ritrovarsi nel sentire

Senza la sensazione del senso senti il distacco dalla visione delimitata dall'orizzonte della tua percezione. Ti espandi oltre il limite, abbandonando attaccamenti, liberando prigionieri, staccandoti dall'identità proiettata del tuo essere per ritrovare l'essenziale, ma la sua impercettibilità ti lascia sfumato nel vento dei tuoi pensieri. Per rinascere si deve prima morire, per ritrovare se stessi non si deve temere di perdersi, allora, forse, il desiderio libero di conoscersi riporterà a noi ciò che amiamo di noi stessi, più profondamente compreso anche se più libero.

Gelosia e protettività

La gelosia nasce dalla paura per le azioni che una persona può muovere verso gli altri, la protettività nasce dalla paura per le azioni che gli altri possono muovere verso una persona. Entrambe necessitano di equilibrio. Nel mio caso il livello di equilibrio della gelosia è piuttosto basso, poiché è diretta in genere verso persone per le quali nutro una sincera fiducia, seppur sempre attenta a non divenire illusione, mentre il livello di equilibrio della protettività è molto alto, poiché è mia scelta cercare di conoscere i comportamenti umani e le loro origini, vedo e sento l'instabile fragilità che si nasconde sotto le maschere, i desideri negati, le paure che generano demoni, le prede ed i predatori che si scambiano vicendevolmente nella vita interiore, straripando nella vita esteriore.

Wednesday, 16 May 2007

Il predatore che sopravvive

Il guerriero saggio non abbassa mai la guardia e non sottovaluta alcuna situazione né alcun potenziale nemico, così come il predatore che sopravvive è il predatore che non dimentica mai di poter diventare preda in ogni istante.

Io sono il mio io

Se il mio io sceglie di farmi attraversare una rabbia istintiva e priva di conoscenza, squilibrare luce ed oscurità, sentirmi debole e fragile, desidero credere che vi sia un motivo. Per ritrovare il me che desidero scoprire essere me devo perdonare me stesso, liberare luce ed oscurità con purezza e senza forzature, rilassare i desideri, riposare i pensieri, senza cercare di vivere la mia rabbia più velocemente di quanto essa desideri essere vissuta. Ritroverò ponderato equilibrio se lo desidero. Qualsiasi sia la scelta del mio io, posso fare la mia scelta in qualsiasi occasione, io sono il mio io.

Percezione relativa

Per il nostro livello di percezione, siamo in grado di distinguere gli oggetti, identificarli, riconoscere gli esseri viventi e gli oggetti inanimati. Spostandosi verso l'infinitamente piccolo tutto diventa un agglomerato di particelle e di legami tra esse. Verso l'infinitamente grande il nostro universo potrebbe sembrare l'infinitesimo di una particella di un universo infinitamente più grande. Così, per il mio livello di percezione io sono il mio io, spostandomi verso l'infinitamente piccolo sono ogni cosa e verso l'infinitamente grande non sono niente.

Per la rabbia

Per la rabbia che provo nel sentire la rabbia che deriva dal pensiero che la mia rabbia derivi dal mio allontanamento dalla strada di luce ed equilibrio spirituale un tempo sotto i miei piedi ed intorno ai miei pensieri e al contempo dal fatto che il motivo pensato per tale scelta di allontanamento, ovvero la necessità di trovare una strada che nasca da me per scoprire la vera libertà del mio cammino, possa essere solo una comoda scusa per evitare la fatica dei passi, urlo e ringhio tutta la mia tensione graffiandomi per essere un animale ferito ed accasciandomi a terra mi chiedo se riuscirò a trovare verità nelle mie stesse parole.

Piango oro dalla fronte

Ho della polvere sugli occhi e dimentico la sabbia sotto i piedi. Ho una notte fredda nello stomaco e dimentico il sole che annuncia giornate luminose. Ho della rabbia nella voce e dimentico la poesia nella mia luna. Ho della presunzione sulle mani e dimentico l'entusiasmo di una bambina, la meraviglia che si espande dal suo sorriso e accarezza ogni piccola bellezza, anche quelle che non accetto o che imparo ad allontanare. Ho della stanchezza negli occhi e dimentico la semplicità di un emozione che non teme di volare oltre alla pesantezza che grava sul mio collo. E piango oro dalla fronte, perché non posso dimenticare la bellezza del silenzio condiviso e di come si spenga in giorni fatti per crollare dentro ed esplodere in tempeste di fragilità, frantumi taglienti nel vento che discende in picchiata verso la vita nei miei occhi, raggrinzendo la bellezza e appassendo l'emozione in stanca rabbia che sfoga un racconto negato straripando sulla pelle, colando via l'oro che restava come profumo persistente.

Inner plague

My new days are empty space
Now the mirror fades my grace
Inner plague shows on my face
My soul fled and left no trace

A wall painting of great steadiness
My inner balance is a fake
A thick dye drip on rice paper
Whose true image I forsake

Tear me apart and rip me down
I spent years on sages' path
Leave me lifeless, let me drown
I'll be a victim of my wrath

Sunday, 13 May 2007

Presence

La presenza caratteriale confluisce dinamicamente negli equilibri del contatto comunicativo interpersonale, che possono avere pendenze diverse a seconda della presenza caratteriale di base di ogni estremità della comunicazione, ma la maggiore presenza caratteriale può rivelarsi deleteria per l'individuo che sia fortemente attaccato a se stesso, poiché è probabile che parti di tale individuo possano essere prese a modello per la costruzione di dettagli comunicativi da coloro verso i quali la pendenza dell'equilibrio fluisce, ovvero da coloro che dimostrano una minore presenza caratteriale. I dettagli del carattere dominante tendono ad essere presi a modello da caratteri meno dominanti per criteri di naturale evoluzione e sopravvivenza. Notate quando la vostra presa caratteriale eventualmente più forte di quella dimostrata da altri, porti questi ultimi a fare proprie alcune espressioni comunicative, verbali o gestuali, che sentite vostre e di come esse siano filtrate, necessariamente riadattate, sia in base alla necessità sia in base all'inevitabile perdita e variazione di informazione che avviene durante la riproduzione dell'atteggiamento, ed utilizzate come native dal singolo ricevente. Meno sarete attaccati alla vostra identià e meno deleteria sarà la vostra reazione a questo genere di atteggiamenti che fanno apparentemente degli altri quelle che sentite essere parti di voi.


Gli altri in se

Ognuno insegue il proprio dramma personale, inevitabilmente, finché esistono gli altri in se stesso.

Saturday, 12 May 2007

L'ultima immagine per il mio sonno sicuro

Con le ultime forze verso le lenzuola, salgo le scale per il letto, il tuo odore ancora inebria il giaciglio, un capello testimonia la tua realtà, amante compagna, sorrido, mentre mi avvicino allo sfumare dei sogni, ricordando, come ultima immagine per il mio sonno sicuro, il tuo sorriso espanso mentre eravamo dove sono io.

Thursday, 10 May 2007

Ti vedo scendere

Non mi lasciare qui,
tra queste nuvole,
in questo mare che
diventa polvere,
nessuno cerca te,
tutti ricordano,
ognuno crede di
poterti prendere,
con gentilezza poi
prova a tirarti a se,
chi abbia ragione io
non so decidere,
il vento passa e
sento il respiro, ma
mentre attraversa so
che lui non sente me,
io non ti aspetto mai
vago tra lacrime,
se resto fermo sai,
ti vedo scendere.

Infinite scelte

Tutto è possibile e infinite sono le possibilità, frammentate dall'illusione. Le mie scelte sono infinite, ma non sono tutte quelle possibili, così come le sensazioni della mia verità. Sono quelle che scelgo di poter scegliere.

Wednesday, 9 May 2007

Giorni di rifugio spezzati

Giorni di rifugio spezzati, dopo tanti giorni che restavano sospesi sui binari e adesso vengono chiamati ad infrangersi contro il ferro ed il legno, per rivelare ciò che coprivano senza contatto. Una solitudine profonda che ritorna, assopita, mai scomparsa, la vita legata ai demoni dell'insoluto, dei debiti che non riescono a liberarsi come pensieri e chiamano il loro diritto ad avere una scadenza, le scelte fuggite che mi chiamano a se. Sentendo il bisogno di un rifugio mi sono sentito già oltre il vetro dello specchio quando i filamenti delle emozioni non riuscivano a cercare una destinazione precisa, ma si dirigevano confusamente verso un rifugio sentito sicuro tra le braccia di chiunque potesse esserlo, nei ricordi, nel presente, occhi chiusi verso il domani che sfuma e si sgretola, fade to black, crumble to ruin and dust. Mi piace il rifugio che ho, è intenso. Non vorrei trovarmi a pagare questo, non vorrei già adesso sentire il richiamo di un io imprigionato da altri se in ricerca che straripano dal loro spazio su di me, vorticandomi in onde fluviali, dolore del respiro mancato, asfissia del ricordo, per perdere l'emozione che mi lega al piccolo spazio rimanente che desiderava espandersi ed essere vita reale, moderno pinocchio spirituale, da costruzione a profondo sentire universale, mi sento solo, ti saluto col sorriso, prima di perdermi nell'ultimo sentimento, tentativo boccheggiante di fuggire ancora, di rifiorire per un giorno ancora, trucco di farfalla nascente, ultimo desiderio del condannato al suo stesso binario inevitabile, meravigliosa illusione prima del dolore accecante del fuoco che scioglierà l'immagine per riportarmi all'origine ed all'essenza. O forse dopo di te fuggirò nel degrado, eterno braccato, rifiuto perduto nel buio limpido del suo stesso sentire contaminato da colate di cera surreali, di candele rosse su candele nere, come sangue a proteggere l'oscuro alimento di fiamma, fuggendo lentamente nel fumo denso che svanisce oltre l'illusione, come ultimo colpo di scena messo in atto già dall'apertura del sipario, davanti a spettatori ed attori ignari, da corpo ad aria, senza passare dall'acqua madre, pianto e traguardo del pianto, dopo la nascita e la prima vita come origine della terra dall'antica unione col fuoco. Non salvatemi l'anima, vi prego, preferisco seguire i giorni dipinti segretamente dall'uomo d'ombra, camminando con la mia compagna emozione, finché non consumeremo anche quest'ultimo tempo.

Un viaggio di emozione

Resto qua, solo, a giocare con i frammenti di meravigliose confusioni vive pochi istanti prima, bimbo con la sabbia nei capelli, il sale degli oceani su labbra secche di sole, in lungimirante attesa della pioggia e delle prime forti risa nel tempo del pianto, i primi temporali estivi che mischiano il tepore del vento di tramonto assorbito dalla pioggia al calore delle lacrime sincere e silenziose, alimentando il falso vuoto con i ricordi, mentre pelle nella pelle dello stomaco cinge e stringe consumandosi senza lacerarsi, man mano che attingo dai momenti racchiusi in musica e immagini, perché in quei temporali ricorderò il respiro di un'amante, il silenzio di un mistero, il sorriso di una compagna. Resto qua, solo, a giocare con le note del dolce vagare, il sorriso nelle mani, il cuore che parla di ritmi originali nello stomaco, chiuso in uno spazio che non ti aspetta, ma ti desidera. Sii il petalo bianco vergine che cade all'improvviso dinanzi allo sguardo che segue i passi, portando con se ricordi impalpabili uniti da filamenti invisibili nei quali sono scivolati tutti i colori dell'esperienza nella tua vita, accarezza il mio sentire, senza cadere mai nel mio palmo, accettando l'abbraccio, cercandomi nel silenzio del tuo sognare sfumante, pelle contro pelle, per parlare senza linguaggi pronunciabili, ricordandomi col tuo calore che sei vera ogni volta che mi sveglio da altri sogni in questo. Sii te stessa, mistero, nera e candida, e gioca come i bambini, che sanno di giocare e nel loro gioco non fanno parsimonia di emozione, ma con passione immaginano ed agiscono nella fantasia che ricopre e trasforma ogni forma, evaporando da ogni colore, rendendo immenso ogni gioco di luce ed ombra, importante ogni dettaglio scelto come simbolo. Un viaggio nell'emozione, vicini, prima che arrivino viaggi che riuscendo a carpirci, planando furtivi da cieli di desiderio e scelta, ci vedano sfuggire nelle nostre vite. Vivo, senza bisogno di te, emozionato di essere vicino al tuo essere, senza nome.

Saturday, 5 May 2007

Incancellabile

Non solo la morte è incancellabile. Anche la nascita. Forse per questo provo paura nell'avvicinarmi al dare un nome alla mia emozione, mi avvicino e mi trattengo, mi avvicino e mi fermo un attimo prima dell'orgasmo delle parole, mi avvicino e non mi ritraggo, perché vivo pienamente la mia emozione e non voglio imprigionarla, ma, forse, ho paura di liberarla se il prezzo da pagare è perderla. E sto cercando la via segreta che non mi renda prigioniero di un nome e non mi faccia sentire di aver legato l'emozione a quel nome che se non pronunciato sembra trattenere la libertà dell'emozione stessa. Non potrei cancellare la nascita di quell'attimo. E sì, so che tutto è illusione, ma sono un uomo vero, e tremo, perché pur sapendo che non donerei un nome a qualcosa di eterno, o costante, bensì a qualcosa che non sarebbe meno vero, ma forse ben più vero, nella sua dinamicità, nella sua viva capacità di variare, mostrarsi e nascondersi, avrei comunque paura della sua intensità nella stretta di quelle corde sui polsi che forse non riuscirei a liberare nell'impossibilità di intravedere l'inestricabile nodo. E se il tempo è illusione, e siamo punti che vagano nell'immenso, con l'essenza della vita in noi, con passato, presente e futuro densamente uniti in un unico istante spaziale, se il tempo è solo la risposta al bisogno dei ricordi e delle speranze, se l'infinito è relativo, se l'insieme di tutti i battiti del cuore di una vita infinita è infinito e l'insieme di tutti i battiti pari, che sembrano fatti per due, è anch'esso infinito, ma metà del precedente, se sfilando infiniti piani di pensiero dal cubo della mia ragionevolezza non sfilo nulla, se sono immenso come il mio stesso universo e piccolo come il punto emozionale del mio sentire che si espande in ogni trama di pensiero finemente disegnata, allora imparerò a vivere pienamente questa emozione, scoprendo la sensazione risolutiva che mi permetterà di viverla senza imprigionarla in me, in una paura, o fuori di me, in una parola, poiché questo è il mio sogno nel mio universo e non possiedo nulla, ma sono.

Wednesday, 2 May 2007

Catherine da grande

"Da grande voglio fare la bambina"

Catherine



Conosci te stessa e ci riuscirai. Anche.