Questo è solo un pensiero. Ti accoglie, si avvicina e ti sussurra "bentornata", si volta, danza intorno ai tuoi fianchi, piroetta fino alle tue dita, si distende, la schiena contro il dorso delle tue mani, volge lo sguardo verso di te, chinando il capo all'indietro ed innalzando gli occhi, in un gioco troppo ricco di significati per esser ben compreso, ed in tutta la sua complessa bellezza, o nell'immediatezza di quello sguardo ritrovato, ti dice "benarrivata". Distende le braccia a mani unite, quindi le apre, le estende come ali, solleva una gamba, piega il ginocchio, la distende nuovamente, sulla tua pelle, gira su se stesso e svanisce nuovamente intorno a te. Sale, sognando l'ombelico nascosto dai tuoi seni rigogliosi di donna giovane, che ha nel sangue antico la memoria di ogni donna, sfiora pelle con labbra, il candore col sangue, l'unione assoluta del piacere e del dolore, dell'amore e della morte, della vita e della conoscenza, del desiderio e dell'anima, contempla per una vita ed un'altra ancora le linee del tuo collo, come opera d'arte nata da mano umana su tornio divino, e dimentica ogni suo intento, imparando e conoscendo un nuovo linguaggio, e dopo ancora una vita ed un'altra ancora, sorride, ad occhi aperti, così aperti da sembrare oceani appena nati, e si rivolge al tuo viso. Corre scivolando come vento sul tocco delle proprie dita, governando l'essenza intera da un particolare, giunge alla pelle gentile dei tratti regali, quei tratti d'altri tempi che affascinano l'osservatore che sappia sentire, raggiunge la vicinanza del sangue pulsante, lo ascolta, lo assapora, intuisce la magia di come segua il ritmo del tuo respiro similarmente a come due ballerini seguono reciprocamente l'interpretazione del ritmo della musica, un rapporto segreto tra il movimento legato ad ogni respiro a cui risponde il suo futuro ed il suo passato eterno nel sangue, seguendo la musica della vita. Meravigliato, diverso da come credeva che sarebbe cresciuto e diventato, con esperienza, ricordi e paure, vita ed emozioni, si avvicina al tuo orecchio e, mentre percepisce sempre più intensamente il tuo odore, plana rapidamente lo sguardo sui tuoi occhi, quindi lo fa decollare immediatamente, perché, con l'unico frammento di essi colto in un istante, potrà alimentare il mistero senza renderlo impuro rispetto alla sua vera vibrazione. Allunga le mani verso la tua pelle e si rende conto per la prima volta di avere pelle lui stesso, di non essere più solo un pensiero senza voce ed immagine. Sa allora che lo hai sentito. Trasportato dalla rinascita di una profonda comprensione ancora racchiusa nella sensazione nascente che la nutre e la protegge, giunge finalmente a poggiare delicatamente le mani sulla tua guancia e sulla tua nuca. Piccole sulla tua pelle. Chiude gli occhi e poggia la sua guancia contro la tua. Addormentandosi, prima di morire nel suo sogno, riesce a dirti solamente "grazie".
Il Principio - The Principle
Ognuno di noi possiede la verità, intraprende quindi il proprio cammino infinito per conoscerla. Questa è l'essenza del sentire, la luce dell'esistenza. Questo è il cammino che in ogni passo del sogno ci porta dal possedere la verità ad essere la verità. | Each of us possesses the truth, then undertakes his endless journey to know the truth. This is the essence of feeling, the light of existence. This is the path that in every step of the dream leads us from having the truth to being the truth. |
Saturday, 20 September 2008
Tuesday, 16 September 2008
Attraverso il cemento
L'asfalto, le nostre strade, ci hanno privati del contatto con la morte. Ci hanno privato del contatto con la terra, ciò che resta di secoli di morte di milioni di esseri viventi, la terra che dal ricordo di ogni vita, dal nutrimento di ogni morte, genera la vita. Abbiamo perso il contatto con la vita. Viviamo in un limbo, cercando di ascoltare il calore della terra attraverso il cemento.
Tuesday, 9 September 2008
Segno profondo
Ho sognato una violenza che non ha mai avuto. Ho sognato tanti bambini nella casa fatiscente, polvere e detriti, un luogo comunque nostro. Ed ho sognato come ucciderli fosse impunibile. Assi sconnesse su stipiti ingialliti. Calce, polvere e detriti. Scappare, ma loro, non io. Perché già grande. Fermarlo, solo con le parole. Perché non con i muscoli e la rabbia? Perché questa volta non il sentimento del conflitto, ma solo la tristezza? Forse sono più lontano, forse sono più simile. Ma i bambini non erano innocenti. Eppure, non comprendevo la ragione del motivo per ucciderli. E potrebbe non bastare una vita d'esperienza per rievocare un giorno il ricordo e rispondere. Con l'ultimo mio sonno ho toccato l'immagine di un'interiorità appartenente ad un adulto e natura attuale non vuole che lo faccia. Ancora stordito, vado ad affrontare un nuovo sonno. Forse, domani, i colori non mi sembreranno diversi. O forse mi abituerò con i giorni a questi nuovi colori. Sono già più sfumato nell'immagine del mondo.
Tuesday, 2 September 2008
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